Anche in uno scenario musicale partenopeo, spesso troppo ripiegato su se stesso e su dettami compositivi e narrativi ordinari, esistono realtà e voci che irrompono senza compromessi, tracciando linee di personale e autentica identità e visione.

E così, a otto anni dall’uscita di “Discontinuo”, Aldolà Chivalà, duo composto da Aldo Laurenza e Mauro Romano, dà alle stampe il suo nuovo disco “Spostati un po’” (per l’etichetta Mrfew), miscellanea di musica elettro e poetry slam sospeso tra l’italiano e il napoletano.

Laurenza si “ferma un momento” e “drammaticamente”, con la sua consueta timbrica e cadenza vocale dalla caratteristica espressività, racconta storie che nascono come “un esame di coscienza” fattosi analisi contemporanea, vera, che fotografa, con caustica ironia, le “psicosi” e le mode della società odierna … “è tutta una questione di aperitivo”, senza risparmiarsi la denuncia e la satira politica … “Chi è stato? È stato ‘o Stato”

“Scorci di pensiero”, “immagini che scorrono e corrono” per scrivere pagine di “narrativa” rilegate dal tessuto sonoro downtempo, house e waporvawe di un didascalico Romano che alterna aperture più easy a pulsioni minimali da alienazione urbana.

La sola tropicale “Amò” esce ubriaca di birra fuori registro; brano, tra l’altro, già presente nel disco “Capitan Capitone e i Fratelli della Costa” di Daniele Sepe che è anche ospite ai fiati nel disco.

Il disco composto da otto tracce, si chiude con il remix di Denni Caputo del brano di apertura “DeeJay”.