Daniela Ioia: «Sogno il cinema dopo aver recitato per Martone»
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Mar 21 Marzo 2017 22:35
Applausi ad ogni replica e critiche entusiastiche. “Il sindaco del Rione Sanità”, capolavoro di Eduardo De Filippo, rivive cambiando veste nella versione di Mario Martone. Un cast giovane, in contraddizione con l’originale stesura, che sorprende ed entusiasma. Tra i protagonisti Daniela Ioia.
Ci parli del suo personaggio...
«Il personaggio di Armida Barracano è un personaggio intenso, pieno di sfumature. In questa versione è una giovane donna, consapevole della vita che ha scelto di fare e della persona che ha davanti. Lei ama Tatonno, nonostante lui abbia una visione delle cose tutta sua. La mia Armida è proprio la donna del boss, passionale, innamorata, che ha scelto quell'uomo e di conseguenza tutto il resto, cioè sottostare alla sua legge sempre. Lei ha una grande forza, implosa. Non usa armi, ma le sue parole si trasformano in colpi di pistola. Io la paragono al Vesuvio: sembra che dorme, ma dentro ha il fuoco della lava. Tutto questo ho cercato di mostrarlo già dal primo ingresso in scena, anche perché drammaturgicamente non ho molte occasioni e tempo, quindi l'impegno maggiore è stato proprio quello di raccontare da subito tutto questo. Spero di esserci riuscita».
Quanto le somiglia?
«Mi somiglia molto dal punto di vista dell'energia, ma la mia la esterno molto facilmente ed è un'energia positiva, comunque, meno scura. Mi somiglia nelle sfumature più che nella visione generale, ci sono momenti in cui sono stata Armida Barracano nella vita, ma generalmente sono più solare e sorridente».
Com'è stato lavorare con Mario Martone?
«Lavorare con Mario è stato ed è ancora una grande esperienza. Ha una spiccatissima sensibilità e una capacità di rapportarsi agli attori davvero rara. Già durante i provini ci siamo intesi. È importante cogliere le indicazioni registiche e lui è molto bravo a chiedere le cose in modo secco e preciso, che non puoi sbagliare. Oddio puoi sbagliare, ma il problema è tuo perché lui lo spiega bene, ecco. E lascia gli attori liberi di esprimersi, di proporre. Tanto se fai una cavolata ti avvisa e alla fine decide sempre lui (ride)».
Aveva mai recitato un testo di Eduardo De Filippo?
«Mai fatto Eduardo in vita mia. Credo sia un autore magnifico. Il sindaco del rione Sanità, tocca dei punti poetici a mio avviso, davvero di grande drammaturgia. È stato bello perché alla fine mi sono resa conto di fare Eduardo, ma di non fare Eduardo. Per la chiave di lettura data al testo sembra lo spettacolo di un autore contemporaneo. Equi la sua grandezza di essere attualissimo. Spero di recitare ancora testi eduardiani, anzi ti confido che tra 15 - 20 anni mi piacerebbe fare Filumena».
Quali i prossimi impegni?
«Dopo essere andati in scena al Nest, saremo a Torino per due settimane allo Stabile. Con la promessa che l'anno prossimo gireremo in tourneè. Ad aprile andrò in scena anche con il nuovo spettacolo della compagnia Epochè, una compagnia istituita 5 anni fa, tutta al femminile a partire dall'autrice. Facciamo spettacoli ironici e sperimentali, ma quest'anno sarà una divertente commedia. A fine aprile e maggio sarò di nuovo in scena con "Messico e Nuvole" ex " Maradona è meglio ' e Pelè" a milano, per tre settimane, spettacolo con il quale ho debuttato lo scorso anno a Roma, la regia di Paolo Triestino ed i cui sono la protagonista femminile. Intanto spero di sperimentare un po’ di cinema, mi piacerebbe confrontarmi con questo mezzo comunicativo di cui conosco poco. In generale credo che ognuno di noi abbia una missione, uno scopo. La mia missione credo sia quello di raccontare vite ed emozioni e quindi spero di crescere migliorarmi e fare sempre meglio».