La ristorazione è nel suo sangue, anche se inizialmente Michele Iuliano (nella foto a destra) prova ad evitare la carriera intrapresa da sua mamma e sua nonna perché è consapevole dei sacrifici che caratterizzano la vita di un ristoratore. «È una fatica enorme. Avevo iniziato a fare un lavoro completamente diverso, ma quando sono arrivato negli Usa ho scoperto che la passione per food, pizza e pane era insita nel mio Dna», spiega l’imprenditore, trasferitosi a New York dall’Italia nel 2001. Il napoletano inizia a lavorare in vari ristoranti e panetterie, imparando i segreti del mestiere in America. «Quando si viene negli Stati Uniti ci si deve adeguare alla vita e al lavoro, perché è tutto un altro mondo rispetto al nostro paese», spiega Michele. Dopo soli 3 anni, Michele apre la prima pizzeria napoletana a New York City: “Luzzo” a First Avenue nell’East Village, che diviene in poco tempo un punto di incontro di italiani, amanti del Belpaese e del buon cibo, ma anche il posto perfetto per guardare le partite del Napoli e della nazionale italiana per i tifosi azzurri di ogni provenienza. «Non è solo un ristorante, ma anche un posto dove socializzare ed incontrare altri italiani», commenta l’imprenditore partenopeo. Il consiglio per tutti gli emigranti di nuova generazione? «Non pensate che sia facile riuscire. È un duro lavoro, un insieme di grandi sacrifici, ma è ancora possibile sfondare ed io sono la prova vivente che l’“American Dream” esista ancora. Non uscivo la sera per racimolare qualche dollaro. Ho fatto di tutto, da lavapiatti a busboy. Mi interessava soltanto entrare nel mondo della ristorazione americana, completamente diverso da quello italiano». Una giornata tipo di Michele Iuliano oggi? «Lavoro più di prima. Mi alzo alle 6 di mattina e mi occupo della gestione di tutti i locali, delle relazioni con i clienti, del cibo. È un lavoro infinito. Per fortuna, mia figlia Giovanna è cresciuta qui con me e mi aiuta nella gestione di tutta la parte amministrativa ». Ogni ristorante del gruppo “Luzzo” ha una diversa identità... «La gente ama il primo ristorante “Luzzo” perché è molto rustico ed accogliente, dedicato a tutti i tipi di persone. Un cliente fisso è Ivanka Trump, che adora la nostra pizza. Il secondo ristorante è “Ovest Pizzoteca by Luzzo”, nel cuore di Chelsea: buon cibo italiano in un’atmosfera molto ispirata agli artisti, con bar in primo piano. “Da Mikele” a Tribeca è un locale un po’ più chic, con design di alto stile, dedicato ad un pubblico più trendy. Il quarto ristorante si trova nel Gansevoort Market nel Meatpacking, quartiere noto per la vita notturna, e vende pizza al taglio. “Gnoccheria” è nato dall’idea che gli gnocchi sono un prodotto molto simile alla pizza: dalla mia esperienza, il piatto più richiesto dopo la pizza sono proprio gli gnocchi. Quindi ho voluto creare un locale dedicato a questa pietanza, offerta in tante varianti: gnocchi di patate, di spinaci, di zucca, senza glutine, gourmet. Il sesto ristorante è dedicato alla pizza da asporto. E poi il nuovo progetto downtown Manhattan, “Ampia” nei pressi di Wall Street, con una buona pizza ed un bel rooftop per eventi e beergarden. Penso che a New York oggi sia il numero uno per la pizza napoletana». Il nuovo sogno di Michele Iuliano? «I sogni non finiscono mai, altrimenti la vita sarebbe un disastro. Sicuramente non mi fermerò ad “Ampia”, anche se mia figlia preferirebbe che mi fermassi perché il lavoro è tantissimo. Negli Stati Uniti il successo ti prende. L’importante è restare fedele alle proprie origini e rimanere con i piedi per terra. I veri soldi non sono i dollari che guadagni, ma i clienti: il segreto è farli tornare». Cosa si deve imparare dagli americani? «Il rispetto per il lavoro. E che i sogni si conquistano: ancora oggi, io sono il primo ad arrivare e l’ultimo ad andar via», conclude il re della pizza napoletana a New York.