Beni confiscati, al via Lab Nib-Agrorinasce
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Lun 25 Settembre 2017 14:40
L’architettura come resistenza civile nei luoghi strangolati dalla morsa della camorra. Sembra una sfida persa in partenza e invece da qualche anno una piccola squadra di giovani professionisti innamorati della propria terra dimostra che anche la progettazione può fare molto nella lotta alle mafie.
Nato nel 2015, il Laboratorio “Agrorinasce-NIB” è la sintesi della cooperazione tecnico-scientifica tra la Scuola di Architettura Strategica NIB di Salerno e l’Agenzia per l’innovazione, lo sviluppo e la sicurezza del territorio “Agrorinasce”, da venti anni promotore della legalità e della valorizzazione dei beni confiscati alla camorra nei comuni di San Cipriano d'Aversa, Casal di Principe, Casapesenna, S. Marcellino, S. Maria La Fossa e Villa Literno. Con un centinaio di progetti banditi e realizzati, Agrorinasce rappresenta un unicum in Italia e in Europa per il riuso di beni confiscati. La collaborazione con NIB arricchisce questa esperienza con il potere iconico dell’architettura.
“Abbiamo progettato per Agrorinasce il riuso di una quindicina di beni confiscati ai clan camorristici grazie al lavoro di oltre cento giovani architetti, paesaggisti e ingegneri del Master NIB, mettendoli a disposizione delle comunità”, spiega il direttore della Scuola di Architettura NIB Luigi Centola, da anni attivo nella progettazione nelle terre del clan camorristico dei Casalesi, attivando iniziative in grado di coinvolgere la popolazione.
Giunto alla quarta edizione, il Master quest’anno prevede borse di studio per 25 mila euro ai migliori progettisti under 35. Il Master rientra tra le spese di formazione finanziabili dalle Borse bandite dalla Regione Campania per architetti e ingegneri fino a un budget di 5000 euro.
Tre strategie di progettazione per il riuso dei beni confiscati
“Sulla base di questa esperienza – continua Luigi Centola – si può senz’altro dire che la progettazione per il riuso dei beni confiscati ha delle sue specificità. Tre sembrano le strategie basilari che non possono mancare in ogni tipo di progetto per i beni confiscati, da progettare ex novo o da recuperare. Primo: programmi funzionali autosostenibili in grado di creare poli stabili di incontro, aggregazione, cultura, lavoro e reddito per le associazioni che gestiranno i beni. Sono inoltre fondamentali progetti-manifesto emozionali, con materiali utili per innescare un profondo senso di comunità, appartenenza, interattività e partecipazione al riscatto del territorio e alla vita delle opere.
Va infine evitata un’architettura che eviti la tabula rasa provando a sovrascrivere l’immagine e gli spazi esistenti, esterni e interni, senza tuttavia cancellare, la storia, la testimonianza e la memoria di persone e luoghi”.
I beni confiscati in Campania (aggiornamento a giugno 2017)
I beni sottratti alle mafie rappresentano una straordinaria occasione di sviluppo, coesione territoriale e sociale oltre che di riscatto per intere comunità. In Campania sono stati confiscati complessivamente 3.404 immobili: di questi, il 55% (1868) risulta ancora in gestione all’ANBSC; il restante 45% (1536) è stato invece già destinato agli Enti Locali (dati aggiornati al 7 giugno 2017 forniti dall'ANBSC).
La sfida (architettonica) allo stile “casalese”
I progetti realizzati nelle scorse edizioni e messi a disposizione delle amministrazioni pubbliche sono tutti dotati di uno specifico studio di fattibilità.
Tra i progetti più innovativi: un incubatore per start-up e piccole imprese artigianali che recupera tre ville e ridisegna oltre 10.000mq di spazi aperti con nuovi volumi, giardini e luoghi di comunità per i lavoratori e i visitatori (San Cipriano d’Aversa); un polo per la promozione di materiali ecologici e sensibilizzazione alla costruzione sostenibile, con un edificio dimostrativo in legno, affiancato da un impianto per la frantumazione e il riciclo dei materiali edili (Casapesenna); un intervento di housing sociale, con piazza e bar, che sfida le architetture in “stile casalese” utilizzando le armature in ferro dei pilastri come simulacro, ricoperto da rampicanti, delle colonne tanto care ai boss (Casal di Principe).
Giovani professionisti al servizio del territorio. Borse per 25 mila euro
NIB è un’organizzazione attiva in Italia e all’estero finalizzata a realizzare progetti sostenibili, in senso ambientale ed economico, finalizzati a creare un ponte tra mondo universitario e mondo del lavoro, attivando il Master Architettura|Ambiente, il quarto dei quali partirà il prossimo 25 ottobre.
Giunto alla quarta edizione, quest’anno saranno messe a disposizione 25 mila euro ai migliori progettisti. Il Master rientra infine tra le spese di formazione finanziabili dalle Borse bandite dalla Regione Campania per architetti e ingegneri fino a un budget di 5000 euro.
I partecipanti meritevoli avranno, inoltre, l’opportunità di seguire uno Stage finale di 3 mesi in prestigiosi atelier internazionali come ad esempio: Nouvel, Coop Himme(l)blau, Van Berkel, Snohetta, Kuma, Holl, Miralles Tagliabue, Architecture Studio, Sivestrin, Ricciotti, Garcia Abril, Proap, Strabala, ovvero presso studi nazionali a partire da quelli che compongono la Faculty, e tanti altri prestigiosi partner di NIB a Roma e in Italia.