Teatroterapia, un aiuto per i giovani con lo spettro autistico
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Gio 15 Marzo 2018 13:20
L’Associazione Teatroshock giunge a Napoli con il laboratorio teatrale ´Recitando ti comprendo´. Nata a Roma, dal 2007 conduce progetti di teatro in riabilitazione psicosociale rivolto a detenuti, scolaresche e utenti di comunità. I conduttori del laboratorio sono: Gianluca Ficca, psichiatra, professore associato di Psicologia Generale e traduttore teatrale, Gaia Vernassa, psicologa psicoterapeuta, Marcello Cotugno, regista teatrale. Il progetto è unico nel suo genere poiché unisce una supervisione clinico-scienifica, con quella puramente teatrale. Questo laboratorio di teatro terapia è stato pensato esclusivamente per i giovani con disturbi dello spettro autistico e con altre sindromi come l’Asperger. Dall’esperienza di questo percorso teatrale, si crea il fil rouge d’inclusione per ragazzi con deficit o diverse abilità che, nella maggior parte delle volte sono lasciati soli dalle istituzioni locali, dopo il raggiungimento della maggiore età. Un progetto impegnativo, ma allo stesso tempo di grande valore e di forte impatto sociale, che insieme alla pratica artistica contribuisce a portare fuori emozioni e ad avere maggiore percezione di sé e dell’altro. Il progetto nasce dalla volontà di un gruppo di genitori con disabilità. Quest’ultimi, hanno preso a modello le iniziative di altre città italiane, dove i ragazzi ‘speciali’ sono seguiti anche dopo il raggiungimento della maggiore età. La Regione più virtuosa è il Lazio che, dati alla mano, ha investito in progetti diversificati per assistere non solo i giovani, ma anche le famiglie. Questo significa più attenzione e più investimenti verso le problematiche sociali. L’attività in gruppo, condotta da psicologi, facilita lo sviluppo di capacità relazionali e la rielaborazione delle componenti emotive che emergono nel percorso. Gli incontri partiranno il 16 marzo per due venerdì al mese, alle ore 18:00 presso il teatrino della parrocchia di Santa Maria della Libera. L’iniziativa intende sensibilizzare anche l’opinione pubblica riguardo a temi troppo spesso lasciate velate. Donare una vita migliore a questi giovani si può e si deve, d’altra parte è un diritto sancito nella Legge 104 del 1992, «per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone con disabilità» e la ratifica, nove anni fa, della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità. La legge, sancisce il loro diritto alla salute, allo studio, a muoversi liberamente, a partecipare alla vita sociale, lavorativa e culturale e scegliere il proprio progetto di vita. A quanto pare, sembra restare solo su carta perdendosi tra i meandri della burocrazia e dell’insensibilità.