La Madonna dell’Arco in passerella? Una scelta senza dubbio scenografica, ma che non a tutti è piaciuta. Men che meno ai devoti, che dopo aver visto sui social le immagini dell’ultima sfilata di Gianni Molaro, nel corso della quale lo stilista campano ha riprodotto in passerella una processione come quelle del Fujenti, hanno cominciato ad inveire contro il designer ed i suoi fan. 

 

Al centro del video, una collezione sposa barocca e preziosa, piena di luce e di stelle, con abiti realizzati a mano da ricamatrici napoletane, pizzi chantilly impreziositi con cristalli e disegni arabescanti: una sposa eterea, dall’aspetto mistico appunto, in cui il tulle color carne lascia spazio a quello bianco con effetti di velature e che scopre poco il seno giocando piuttosto con le trasparenze: solo le schiene restano “a vista”, ma coperte con veli

 

Un’ispirazione che, insomma, faceva facilmente rima con la liturgia più classica, e del resto anche l’entrata in chiesa della sposa ricorda sempre, a ben vedere, le più classiche delle processioni.

 

Ma ai fedeli del napoletano la trasposizione scenografica, divenuta peraltro virale sui social grazie alle condivisioni dei follower di Molaro, non è piaciuta affatto ed è nata così, nel giro di poche ore, un’accesa querelle dai toni spesso pesanti, nel corso della quale non sono mancate le offese poco velate. 

 

Una reazione che non si aspettava neanche Molaro, pur avvezzo alle provocazioni, ma convinto stavolta di aver reso omaggio in maniera originale ma non blasfema a quello che lui stesso ritiene uno dei riti più importanti della tradizione cattolica dell’area metropolitana. 

 

“A cinque anni  - ha raccontato infatti lo stilista di Detto Fatto - ho visto per l’ultima volta nella bara mio padre, vestito da Fujenti: un ricordo che chiaramente è ben impresso nella mia memoria. Così - continua - ho pensato che sarebbe stato bello rendere omaggio alle tradizioni della mia terra. La Madonna sa bene che non avevo intenzione di offenderla, ma soprattutto mai mi sarei permesso di offendere la sensibilità dei devoti.

Anzi: prima di portare la tradizione in passerella, ho spiegato il tutto al priore del santuario Padre Alessio il quale ha ben capito. Il mio voleva essere un viaggio attraverso le tradizioni, dalla Madonna di Montevergine a quella di Pompei e dell’Arco passando per San gennaro ed i Gigli di Nola. Riti religiosi che rappresentano la voce di noi napoletani e che raccolgono la storia di una sofferenza di un intero popolo”.