NAPOLI. Venerdì 20 ottobre alle 20.30, presso la Domus Ars, al via la II edizione di “Sicut Sagittae” con il concerto “Oratorio de los Santos Niños” presentato dalla Cappella Neapolitana diretta da Antonio Florio. Sul palco della chiesa di San Francesco delle Monache l’orchestra accompagnerà il soprano Federica Pagliuca, il contralto Marta Fumagalli, il tenore Luca Cervoni e il basso Giuseppe Naviglio. La Domus Ars, diretta da Carlo Faiello, centro stabile di produzione, con la sua posizione strategica nel cuore del centro antico della città, in via santa Chiara, è diventata, grazie al lavoro dei membri dell’associazione Il Canto di Virgilio, crocevia di artisti e per il secondo anno consecutivo ospita e coproduce, con la Regione Campania, il festival ideato e diretto dall’ambasciatore indiscusso del Barocco Napoletano nel mondo. Il titolo latino a cui rimanda il nome del Festival, tratto da un salmo spesso posto in musica dai grandi compositori dell’età barocca, è fortemente evocativo della potenza e dunque del fascino dei suoni di un passato che videro Napoli capitale europea della musica. Con il concerto inaugurale, una prima esecuzione moderna, si riscopre un autore fino a questo momento pressoché ignorato dai manuali specializzati: Donato Ricchezza, uno dei maestri dei Girolamini. L’etichetta discografica Glossa ha inciso quest’oratorio finora sconosciuto e lo distribuirà nei prossimi mesi. Un Oratorio dedicato a San Giusto e Pastore detti <<Los Santos Niños>>, composto nel 1683. I documenti biografici su Ricchezza sono scarni, ma oltre 50 sue composizioni manoscritte si trovano oggi nella raccolta dei Girolamini di Napoli, di cui fu maestro di cappella fino al 1714, continuatore di Cristofaro Caresana, una delle grandi riscoperte di Antonio Florio. <<La musica di Donato Ricchezza mostra una personalità di altissimo profilo artistico, proprio perché assimila la lezione dei suoi grandi contemporanei facendola propria. – dichiara Antonio Florio - L'oratorio che si presenta a Napoli in prima moderna fu composto nel 1683, l'anno in cui giunse come nuovo viceré spagnolo quel Marchese Del Carpio che, conducendo con sé Alessandro Scarlatti, creò le premesse per internazionalizzare la musica e l'opera napoletana. L'oratorio è dedicato a Los Santos Niños ossia San Giusto e San Pastore, martirizzati in Spagna alla tenera età di 7 e 9 anni per ordine del governatore romano Daciano durante la persecuzione di Diocleziano: i due santi bambini sono tuttora assai venerati in Spagna e nel Seicento erano associati alla potente famiglia spagnola degli Astorga.>> Ma oltre all'importanza storica del recupero di un autore finora totalmente sconosciuto, la sconvolgente bellezza di questa musica consente di inserire una nuova tessera nel meraviglioso mosaico della musica napoletana dell'età barocca, un mosaico svelato pezzo dopo pezzo dall'arte impareggiabile di Antonio Florio e del suo gruppo musicale. La rassegna proseguirà con Rinaldo Alessandrini, uno dei maggiori clavicembalisti e direttori di musica barocca italiani, conosciuto in tutto il mondo per la sua impressionante attività concertistica e discografica. Lunedì 23 ottobre alle 20.30 Alessandrini darà vita ad un autentico Concert des Nations, i maestri dell’Europa tra Seicento e Settecento, periodo storico in cui Napoli si apprestava a diventare la vera capitale musicale del continente. Si eseguiranno partiture di grandi autori per clavicembalo, i francesi Louis Couperine Antoine Forqueray e i tedeschi Buxtehude, Böhm e il grande Johann Sebastian Bach. Venerdì 24 novembre, sempre alle 20.30, la rassegna prosegue con il tenore e attore Pino De Vittorio che si esibirà con Laboratorio ‘600 (che utilizza strumenti a pizzico come arpa, liuto e tiorba)un gruppo creato e diretto da Franco Pavan, uno dei più autorevoli virtuosi di liuto del nostro tempo, in un suggestivo programma Occhi Turchini, canti e danze della Calabria antica, uno struggente e poetico affresco di melodie, attraverso la rielaborazione di musicisti colti. Un repertorio in cui sopravvivono forti gli echi dell’influenza ellenica e araba, straordinario quanto inesplorato. Mercoledì 29 novembre alle 20.30 e domenica 3 dicembre alle 19.30 il festival si concluderà con due concerti dallo stesso titolo Narciso, Tancredi, Tirsi e Clori e altre storie… un viaggio musicale nelle cantate napoletane del Seicento, secolo di grande sperimentazione musicale, attraverso autori come Caresana, Storace, Scarlatti, Provenzale, Carapella. I giovani talenti che si alterneranno nell’esecuzione di queste cantate affronteranno l’universo caleidoscopico della cantata da camera:  languori, asprezze e furori e grande sapienza contrappuntistica. Sono queste le caratteristiche di questo genere musicale che culminerà con l’arrivo a Napoli del grande Alessandro Scarlatti.