Arresti domiciliari per Antonello Montante, l'imprenditore per anni ritenuto paladino dell'antimafia. L'ex presidente di Confindustria Sicilia, attualmente presidente della Camera di Commercio di Caltanissetta e presidente di Retimpresa Servizi srl di Confindustria Nazionale, è stato fermato all'alba di oggi a Milano con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione. In manette anche altre cinque persone. Un altro indagato è stato colpito dalla misura interdittiva della sospensione dall’esercizio dell’ufficio pubblico per la durata di 1 anno.

Tra le persone coinvolte nell'inchiesta ci sono anche esponenti delle forze dell'ordine: due poliziotti, un carabiniere e un finanziere. Si tratta di un capocentro della Dia di Palermo poi trasferito ai Servizi segreti, un poliziotto in pensione, un sostituto commissario in servizio alla prefettura di Milano e un finanziere in servizio a Palermo. Sono tutti agli arresti domiciliari.

La Procura di Caltanissetta aveva chiesto l'arresto per Montante contestando anche il reato di concorso esterno in associazione mafiosa. Ma il gip ha negato la richiesta, scegliendo i domiciliari perché, a suo avviso, l'ex presidente degli industriali ha sì "intrattenuto qualificati rapporti con esponenti di spicco di Cosa nostra", ma non ci sono elementi a sufficienza per configurare il reato di mafia.

A seguito di un'indagine condotta dalla Squadra Mobile di Caltanissetta, coordinata dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia, gli arrestati sono accusati, a vario titolo, di essersi associati allo scopo di commettere più delitti contro la pubblica amministrazione e di accesso abusivo a sistema informatico; nonché più delitti di corruzione. Secondo la Procura nissena, Montante, per anni ritenutopaladino dell'antimafia, avrebbe fatto parte di una rete di 'spionaggio' con lo scopo di avere notizie sulle indagini della magistratura a suo carico.

Come emerge dalle indagini, coordinate dalla Dda di Caltanissetta, l'ex presidente degli industriali siciliani avrebbe provato a corrompere anche esponenti delle forze dell'ordine per avere notizie riservate su indagini della Direzione distrettuale antimafia. Secondo gli inquirenti, l'imprenditore, con regali costosi e soldi, avrebbe pagato alcuni investigatori per avere notizie sull'indagine della Dda a suo carico.

Due anni fa Montante aveva ricevuto un avviso di garanzia per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa per presunti legami con esponenti mafiosi. Gli inquirenti nel 2016 nell'abitazione dell'ex presidente degli industriali siciliani avevano trovato un vero e proprio archivio, sia cartaceo che elettronico, su cui Montante conservava tutto, dai telegrammi, alle email, sms, i regali fatti, contributi concessi, fotografie con ministri, politici, capi della polizia. Un archivio segreto, diviso in cartelle di colore diverso e cd-rom custoditi in un bunker allestito dietro una parete segreta della sua stanza da letto. Nella stanza era stato trovato anche una sorta di memoriale di oltre mille pagine su cui gli inquirenti hanno indagato in questi due anni.