ROMA. La paranoia è un disturbo che colpisce oggi da 1 a 2 milioni di italiani e rappresenta un nuovo e grande pericolo per la società moderna, perché può alimentare il ritorno dei fascismi. E' un allarme preciso quello lanciato dalla Società italiana di psichiatria (Sip), che avverte: la paranoia collettiva, indotta da leader capaci di incanalare le inquietudini e le insoddisfazioni di un popolo in difficoltà contro un obiettivo comune, è stata la causa di alcune delle più grandi tragedie storiche del secolo scorso, e oggi "siamo dinanzi ad un ritorno al passato pericolosissimo". Proprio per ricordare ciò che è stato e impedire che la storia si ripeta, la Sip invita a riflettere attraverso l'esposizione 'Schedati, perseguitati, annientati. Malati psichici e disabili durante nazionalsocialismo', portata in Italia dal Network Europeo per la psichiatria psicodinamica (Netforpp Europa), in collaborazione con il Polo Museale del Lazio e con l'Agenzia per la vita indipendente, e inaugurata oggi al Complesso del Vittoriano alla presenza dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Oggi come ieri, "una nuova 'tempesta perfetta' si addensa all'orizzonte perché viviamo tempi d’incertezza e paura” - spiega Claudio Mencacci, presidente SIP e direttore del progetto espositivo italiano -. Il sentimento prevalente è una pervasiva sensazione di allarme di fronte a minacce vaghe e basta poco per percepire l'altro come nemico. “La paura che si diffonde può diventare una risorsa per la demagogia, oltre che benzina per la paranoia". Questo disturbo porta infatti ad attribuire significati dove non ne esistono e a considerare pericolose persone o situazioni che non lo sono: tutto ciò in una percentuale limitata di casi diventa malattia, ma in forma meno acuta è un problema molto più diffuso. Il disturbo di personalità paranoideo, sottolinea Mencacci, "riguarda dal 2 al 4% della popolazione, e le condizioni storiche attuali non sono troppo dissimili da quelle in cui, in passato, intere collettività sono state spinte da capi carismatici a individuare il pericolo in gruppi di soggetti identificati come l'origine dei problemi. “E' la 'follia lucida' della paranoia”. Da qui l'allarme: “Oggi” - spiega Mencacci - come alle soglie della seconda guerra mondiale, la paranoia si sta insinuando nella vita di molti popoli, anche in Europa e negli Stati Uniti, e continua a fare la storia. Purtroppo bastano appena quattro generazioni perché tutto venga dimenticato, perché le posizioni razziste prese 70 anni fa siano considerate lontane". Per questo, "la nostra mostra - precisa Bernardo Carpiniello, Presidente eletto Sip - può e deve essere un'occasione per meditare sul presente, perché i segnali di una 'febbre' che sta salendo nel mondo ci sono tutti e credere che quanto è accaduto non possa tornare è un'illusione. Il senso di solidarietà si è perso ed è forte il desiderio di un uomo solo al comando che possa scacciare le tante paure. “Ma tutto questo è un pericolo per le nostre società". L'esposizione vuole dunque essere un momento per riflettere e per sottolineare con forza che oggi la psichiatria non è più subalterna al potere politico come accadde 70 anni fa, quando la firma delle leggi razziali da parte di Arturo Donaggio, presidente SIP, ha costituito una drammatica violazione dell'etica scientifica.