MILANO. «Maria Giulia aveva preso il sopravvento, i suoi genitori soffrivano». Nel processo a carico, tra gli altri, di Maria Giulia 'Fatima' Sergio, la ragazza partita da Inzago per la Siria dove si troverebbe ancora, testimonia un'amica di famiglia di vecchia data. Chiamata dall'avvocato Erika Galati, legale di Sergio Sergio, padre della giovane e imputato per organizzazione del viaggio con finalità di terrorismo, la donna ha ricostruito l'iter della conversione di Maria Giulia, della sorella Marianna e poi dei genitori Sergio e Assunta. E dalle sue considerazioni traspare, in particolare, il ruolo subalterno di Sergio Sergio descritto come «un bonaccione, uno che in casa non comandava nulla». Dopo essersi convertita, Maria Giulia avrebbe trascinato tutti i componenti della famiglia sulla strada di Maometto. Nessuno avrebbe avuto la forza di opporsi, stando a questo racconto. «Sergio si vergognava, non aveva la capacità di reagire, come posso dire, è uno a cui manca tutta la settimana. Ha avuto una vita pesante, non ci stava con la testa e non sapeva neanche cosa fosse l'Islam, non era in grado di opporsi».