"Siamo favorevoli a una disciplina che attribuisca ai Monopoli di Stato, in via esclusiva, la coltivazione, lavorazione e vendita della cannabis e dei suoi derivati, che sottrarrebbe spazi di mercato alle organizzazioni criminali nazionali (ndrangheta e camorra) e straniere (nord africane, afgane, albanesi), che ne detengono il monopolio assoluto, assicurando anche un prodotto meno nocivo di quello attualmente in circolazione. Siamo però radicalmente contrari alla previsione di autorizzare la coltivazione della cannabis ai privati, sia in forma individuale che associata, perché - soprattutto nel caso di produzione associata - ciò rappresenterebbe un varco per il reingresso nell'affare da parte della criminalità organizzata". Così il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti nella lettera inviata al convegno di 'Not dark yet'.  "Il contributo che diamo alla discussione relativa alla legalizzazione delle droghe leggere sta nella riattivazione di una discussione ferma, parlando della proposta che giace in parlamento e che riguarda da vicino la riduzione degli spazi per la criminalita' organizzata". E' il giudice Nicola Quatrano a presentare il convegno internazionale Prima (invece) di punire che si svolge oggi e domani all'istituto degli Studi Filosofici di Napoli su Legalizzazione delle droghe leggere, questione sicurezza e welfare, organizzato dalla neonata associazione Not Dark Yet e dal gruppo di imprese sociali Gesco. "Il proibizionismo di fronte a certi problemi sociali che non si riescono ad eliminare e' la risposta peggiore perche' si rinuncia a governarli, rigettandoli nella sfera dell'illegalita' e accrescendo l'insicurezza. Se si riporta il tema nella legalita' e si regolamenta l'uso delle droghe leggere cio' consentira' di governare il fenomeno. Occorre un cambiamento di mentalita' dopo lunghi anni durante i quali si e' ragionato esclusivamente in termini di repressione e di inasprimento delle sanzioni", ha detto Quatrano nell'introdurre e moderare i lavori della mattinata di oggi, concentrata sulle proposte di regolamentazione e depenalizzazione delle droghe leggere della Direzione Nazionale Antimafia e dell'Intergruppo parlamentare per la legalizzazione della Cannabis. Sulla questione della legalizzazione sono intervenuti il sostituto procuratore nazionale antimafia Francesco Curcio, il giudice Henry John Woodcock e il direttore del Dipartimento Farmacodipendenze della Asl Napoli 1 centro Stefano Vecchio. L'idea e' quella di rivolgersi a un gruppo di giovanissimi, con tante scuole che hanno gia' aderito all'appuntamento "perche' ad esempio - osserva Quatrano - sulla questione della criminalita' bisogna obbligatoriamente parlare anche di criminalita' giovanile, che oggi ha preso il posto di quella tradizionale e che ha una maggiore carica di violenza ed e' molto legata alla camorra". Un focus sullo spaccio di droga "che in alcuni quartieri rappresenta una fonte di sostentamento per intere famiglie. Da questo punto di vista - sottolinea il giudice - diventa sempre piu' urgente un intervento che attraverso la promozione del Welfare e delle politiche di sostegno del lavoro riesca a intervenire prima. Da qui, Prima (invece) di punire: anche con la legalizzazione della Cannabis, bisogna intervenire prima per evitare che l'unica soluzione sia quella repressiva, con tutti i costi sociali che questo comporta".