Il ritiro della Gran Bretagna dall'Ue va gestito in modo "ordinato", quindi è necessario che, come prevede l'articolo 50 del Trattato sull'Unione Europea, il governo britannico "notifichi al Consiglio Europeo l'intenzione di ritirarsi dall'Unione" e che lo faccia "il più velocemente possibile". Prima di questo passo "non sarà possibile condurre negoziati di alcun tipo". Lo dichiarano i 27 capi di Stato e di governo riuniti oggi a Bruxelles, dopo i risultati del referendum in Gran Bretagna che ha sancito la volontà del Regno Unito di recedere dall'Ue.

"Una volta che la notifica sarà stata ricevuta, il Consiglio Europeo adotterà le linee guida per le negoziazioni di un accordo con la Gran Bretagna. Nel processo che ne seguirà la Commissione Europea e il Parlamento Europeo svolgeranno pienamente il proprio ruolo, in accordo con i trattati". I leader sperano di avere in futuro nel Regno Unito uno "stretto" partner e si aspettano che Londra "dichiari le sue intenzioni al riguardo".

Qualsiasi accordo con il Regno come Paese terzo, comunque, "dovrà essere equilibrato tra diritti e doveri" e l'accesso al mercato unico "richiede l'accettazione delle quattro libertà" (di circolazione delle merci, dei capitali, dei servizi e delle persone), viene specificato. Riconoscendo che molti europei sono "insoddisfatti" dello stato attuale delle cose nell'Ue, i leader, pronti "ad affrontare qualsiasi difficoltà che possa sorgere nella situazione attuale", si impegnano a fare meglio in termini di sicurezza, posti di lavoro e crescita, e per "dare la speranza di un futuro migliore". Per questo "oggi inizia una riflessione politica per dare impulso a ulteriori riforme", cosa su cui si tornerà nell'incontro informale di Bratislava a metà settembre.