NEW YORK. L'Onu ha chiesto al Governo del Nepal di sospendere i controlli di dogana che stanno bloccando le consegne degli aiuti umanitari ai superstiti del devastante terremoto della scorsa settimana. Il capo delle operazioni umanitarie, Valerie Amos, ha detto che il Nepal ha il dovere di garantire un accesso più veloce agli aiuti: sono infatti moltissimi gli abitanti del Paese che ancora non hanno ricevuto gli aiuti che si stanno ammassando nell'aeroporto di Kathmandu. Il rappresentante dell'Onu nel Paese, Jamie McGoldrick, ha detto che il governo nepalese «non dovrebbe applicare i controlli di dogana»normalmente applicati.

Sono oltre 7mila le vittime accertate, con le autorità che hanno escluso la possibilità di trovare altri sopravvissuti. Anche se ancora due uomini e una donna sono stati trovati vivi sotto le macerie, otto giorni dopo il devastante terremoto nel Nepal. Lo ha reso noto alla Dpa un agente di polizia di Sindhupalchowk nel nordest del Paese, specificando che i tre sono stati recuperati dalle squadre di soccorso nel villaggio di Kerabari nell'area di Syauli.

Nella valle di Kenjing, sito del famoso percorso di trekking di Langtang, le squadre di soccorso hanno invece trovato i corpi di 48 persone travolte da una frana. Tra le vittime vi sarebbero almeno tre stranieri, ha detto il funzionario di polizia Prabin Pokharel, precisando che si ritiene che oltre 200 persone, metà delle quali stranieri, siano ancora sepolte sotto la frana.