PISA. Il professore Vincenzo Barone si è dimesso dalla carica di direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa. Barone ha presentato stamani la lettera di dimissioni che è stata letta in apertura della riunione del Senato Accademico convocato per discutere la mozione di sfiducia nei confronti del direttore stessa. A leggere la lettera è stato il professore Andrea Giardina, vice direttore della Scuola Normale. Pertanto il Senato Accademico ha rinunciato a discutere la mozione di fiducia. Barone ha rassegnato le dimissioni dopo le polemiche, sollevate da studenti e docenti, per la sua iniziativa personale, non condivisa con il corpo accademico e gli allievi, di procedere all'apertura di una sede distaccata della prestigiosa istituzione universitaria pisana a Napoli dando vita a quella che era stata ribattezzata "la Normale del Sud". Entro due mesi a partire da oggi il corpo elettorale della Scuola Normale eleggerà il nuovo direttore che prenderà il posto di Barone.

BARONE. Dimissioni «inevitabili» per «il forte dissenso interno che si è immediatamente sviluppato su questo e altri elementi chiave del mio programma di mandato», perché «non sono e non potrei mai essere un direttore che non cerchi di realizzare il mandato per cui è stato eletto», e il progetto di una «Normale al Sud ha sempre fatto parte del mio programma di mandato». È quanto afferma, nella lettera di dimissioni recapitata al Senato accademico, il direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa, Vincenzo Barone. Riferendosi al progetto di una Normale al Sud, Barone spiega che «la scuola così costruita doveva poi poggiarsi interamente sulle proprie gambe e camminare da sola: la Scuola Normale Superiore di Pisa doveva solo essere il miglior “incubatore" possibile. Già l'articolo di legge approvato alla Camera non corrispondeva esattamente a questo progetto, ma, soprattutto, la versione finale approvata il 30 dicembre scorso rappresenta un completo stravolgimento dell'idea iniziale, ricondotta all'ennesima scuola locale, filiazione di un'università madre e senza nessuna autonomia». Infine, Barone sottolinea che «la mozione di sfiducia al direttore è stata introdotta da me per la prima volta nello statuto della scuola» ma segnala con amarezza «l'accelerazione inusuale dell'insoddisfazione generale, peraltro durante una mia assenza per malattia».