ROMA. Code ai seggi all'Aeroporto di Fiumicino nel primo giorno del referendum di Alitalia, con il quale gli oltre 12mila dipendenti dovranno approvare o meno il pre-accordo siglato il 14 aprile scorso tra sindacati e azienda con la mediazione del Governo.
Antonio Amoroso Cub Trasporti, che rappresenta il comitato del no, parlando del referendum, afferma: "È l'ennesimo ricatto del governo". "Un piano lacrime e sangue che accade per la terza volta in 8 anni", aggiunge.
I seggi si sono aperti questa mattina alle ore 6 e si chiuderanno alle ore 24 del 24 aprile. I seggi sono complessivamente 7: 5 a Fiumicino, 1 a Malpensa e 1 a Milano-Linate. Durante la consultazione verrà chiesto ai lavoratori se condividono o meno il verbale di confronto sottoscritto al ministero dello Sviluppo economico.
Tale verbale prevede una serie di misure: riduzione degli esuberi del personale a tempo indeterminato, che scendono dalle iniziali 1338 a 980 unità; ricorso alla cigs entro maggio 2017 per due anni, taglio al costo del lavoro dal 30 all'8%, superamento dei progetti di esternalizzazione delle aree manutentive; attivazione di programmi di politiche attive del lavoro, con riqualificazione e formazione del personale, misure di incentivazione all'esodo, miglioramenti di produttività ed efficienza, con un rinvio in azienda per la definizione entro il prossimo mese.
Alla consultazione non è previsto il raggiungimento del quorum. In caso di esito positivo, verrà sottoscritto tra azienda e sindacati un "accordo coerente" con il verbale. Al contrario, "se il referendum dovesse dare un esito negativo", ha spiegato il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, "quello che deve essere chiaro a tutti è che si va verso il rischio concretissimo di una liquidazione della compagnia".