Arrestato il presidente dell'assemblea capitolina Marcello De Vito. In manette, nell’ambito della stessa indagine 'Congiunzione astrale', coordinata dalla Procura della Repubblica capitolina, sono finite altre tre persone: sono accusati, in concorso tra loro, di corruzione e di traffico di influenze illecite, nell'ambito delle procedure connesse con la realizzazione del nuovo Stadio della Roma, la costruzione di un albergo presso la ex stazione ferroviaria di Roma Trastevere e la riqualificazione dell'area degli ex Mercati generali di Roma Ostiense. Per De Vito il gip di Roma Maria Paola Tomaselli nell'ordinanza di custodia cautelare nei confronti dell'esponente M5S parla di "sistematico mercimonio della funzione pubblica".

L’indagine, nata dall'inchiesta sullo stadio della Roma che ha coinvolto l'ex presidente di Acea Luca Lanzalone, ha fatto luce su una serie di operazioni corruttive realizzate da imprenditori attraverso l’intermediazione di un avvocato e di un uomo d’affari, che fungevano da raccordo con il presidente dell’Assemblea comunale capitolina per ottenere provvedimenti favorevoli alla realizzazione di importanti progetti immobiliari. 

Sia la casa dell'esponente grillino, destinatario di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, che il Campidoglio e gli uffici dell'assemblea capitolina in via della Greca sono stati perquisiti: al setaccio gli uffici della presidenza dell'Assemblea Capitolina a caccia di documenti. A quanto si apprende anche negli uffici dell'Acea e in quelli della Silvano Toti Holding Spa sono in atto perquisizioni. Con De Vito è finito dietro le sbarre anche l'avvocato Camillo Mezzacapo, destinatario di incarichi professionali su segnalazione del presidente del Consiglio comunale di Roma. Ai domiciliari ci sono invece l'architetto Fortunato Pititto, legato al gruppo imprenditoriale della famiglia Statuto, e Gianluca Bardelli.

Risultano indagati gli imprenditori Pierluigi Toti, presidente e vicepresidente della holding di famiglia, e Claudio Toti, attuale presidente della squadra di basket Virtus Roma. I due in particolare sono coinvolti nel capitolo di indagine che riguarda l'appalto per ex mercati generali di Roma, nella zona Ostiense. Nel registro degli indagati anche l'amministratore Lux Holding, Giuseppe Statuto. De Vito e Mezzacapo si sarebbero fatti promettere oltre 110mila euro dagli imprenditori Claudio e Pierluigi Toti e ne avevano incassati già 48mila in cambio dell'interessamento per un progetto di riqualificazione degli ex mercati generali di Ostiense.

Secondo il gip De Vito era a disposizione di Parnasi."Luca Parnasi, al fine di acquisire il favore di Marcello De Vito che guidava in qualità di presidente del Consiglio Comunale di Roma Capitale i lavori dell'Assemblea Capitolina riguardanti il progetto per la realizzazione del Nuovo Stadio della Roma, si è determinato, in adesione ad una specifica richiesta di De Vito, a promettere e poi ad affidare diverse remunerative consulenze all'avvocato Mezzacapo il quale ha operato quale espressione dello stesso De Vito". E' quanto si legge nell'ordinanza firmata dal gip Maria Paola Tomaselli.

De Vito inoltre "costituisce l'interlocutore privilegiato, per il tramite dell'avvocato Camillo Mezzacapo, di numerosi imprenditori interessati a ottenere provvedimenti favorevoli dall'amministrazione locale", scrive ancora il gip, spiegando che in capo all'altro arrestato, Camillo Mezzacapo, ci sarebbe una "attività di promozione" di De Vito, di cui "Mezzacapo rappresenta ai clienti effettivi e potenziali il potere di influenza". Secondo quanto scrive il gip, Mezzacapo "ricopre il ruolo oltre che di intermediario di vero e proprio 'procuratore' del politico".