ROMA. La Grande Barriera Corallina australiana è praticamente morta. Nel 2016 la più larga struttura corallina esistente sulla Terra ha visto infatti uno sbiancamento senza precedenti a causa di un temporaneo aumento della temperatura del mare fino a 4 gradi. Che, tradotto, significa: sbiancamento del 90% dei coralli e morte di più del 20%; al Nord, sono scomparsi due terzi dei coralli.
È il risultato di uno studio pubblicato su 'Nature' nei giorni scorsi, secondo il quale proteggere le barriere dalla pesca e migliorando la qualità dell'acqua non previene lo sbiancamento del corallo quando si verificano importanti aumenti della temperatura degli oceani.
"Il riscaldamento globale è la minaccia numero uno" afferma David Wachenfeld del Parco marino della Grande Barriera Corallina, co-autore della ricerca. "Lo sbiancamento che si è verificato nel 2016 rafforza fortemente la necessità urgente di limitare il cambiamento climatico, come concordato dai leader mondiali nell'Accordo di Parigi".

"E' stato il terzo maggior episodio che ha colpito la Grande Barriera dopo le più recenti ondate di calore del 1998 e del 2002. Ora ci stiamo attrezzando per studiare la potenziale numero '4'", afferma Terry Hughes, professore a capo dell'Arc Centre of Excellence for Coral Reef Studies. Che aggiunge: "Il cambiamento climatico non è una minaccia futura. E' qualcosa che colpisce la Grande Barriera Corallina da 18 anni" si legge sul 'New York Times'.