BERLINO. Dopo aver fatto scoppiare lo scandalo Volkswagen l'Environmental Protection Agency, l'agenzia ambientale Usa, avrebbe allargato ad altri marchi, come BMW, Chrysler, General Motors, Land Rover e Mercedes-Benz la verifica sulle emissioni delle auto a gasolio. Lo scrive il Financial Times, spiegando che l'obiettivo dell'agenzia è quello di verificare l'eventuale presenza di dispositivi 'inganna test' come quello scoperto sulle centraline dei modelli a gasolio del gruppo VW. Per il momento l'Epa controllerà circa due dozzine di vetture, utilizzando esemplari di privati cittadini o disponibili presso le società di noleggio. Secondo il quotidiano economico, nel mirino dell'agenzia ambientale ci sarebbero le versioni a gasolio di modelli molto diffusi sulle strade americane, come la BMW X3, la Chrysler Grand Cherokee, la Range Rover TDV6 e le berline Mercedes-Benz E250 BlueTec. L'Epa aveva preannunciato l'allargamento delle indagini in una lettera inviata la scorsa settimana alle case automobilistiche.

 

Antitrust avvia istruttoria nei confronti di Volkswagen. Anche l'Antitrust mette nel mirino Volkswagen. L'autorità ha deciso di avviare un procedimento istruttorio , anche a seguito di varie segnalazioni ricevute da parte di associazioni di consumatori, nei confronti della società Volkswagen Ag e della sua filiale che opera nella distribuzione di autoveicoli del gruppo in Italia. Ad annunciarlo è la stessa Autorità in un comunicato.

 

L’ipotesi istruttoria dell’Antitrust «riguarda la configurabilità di una pratica commerciale scorretta in relazione alla nota vicenda relativa alla commercializzazione di autoveicoli e mezzi commerciali con caratteristiche qualitative e classe di emissione inquinante che sarebbero, nella realtà, inferiori ai valori dichiarati».

In particolare, sottolinea l'Antitrust, «i consumatori potrebbero essere stati indotti in errore nelle loro scelte d’acquisto dai 'claims' utilizzati da Volkswagen su emissioni e classe di omologazione all’interno delle proprie campagne pubblicitarie e nei 'dépliants' informativi distribuiti dai concessionari e rivenditori». La pratica «riguarderebbe una condotta scorretta relativa a numerosi modelli commercializzati dal gruppo Volkswagen dal 2009 al 2015 con i marchi Volkswagen, Audi, Seat, Skoda».

Intanto, le azioni del gruppo Volkswagen, travolto dallo scandalo della manomissione delle centraline dei motori diesel, sono scese questa mattina alla Borsa di Francoforte al livello più basso dal 2011. Le azioni privilegiate di Vw sono scese a 92,75 euro, il livello più basso da ottobre 2011. In meno di due settimane la società ha perso circa il 43 per cento del suo valore.