Giubileo della Misericordia anche a Caserta. Aperta, ieri, dal Vescovo la Porta Santa
In una Cattedrale gremita di fedeli, mons. D’Alise apre la Porta Santa. L’attenzione agli ultimi ed il rispetto etico dei propri ruoli al centro dell’omelia
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Lun 14 Dicembre 2015 11:37
CASERTA – Porta Santa aperta anche a Caserta e la Diocesi entra nel vivo del Giubileo della Misericordia. È mons. Giovanni D’Alise ad officiare l’importante evento, ieri pomeriggio, presso la settecentesca Cattedrale dedicata a San Michele Arcangelo.
Come accaduto per l’apertura della porta in Vaticano, il Vescovo di Caserta, dopo essere giunto in processione presso il Duomo, ha aperto la porta spingendola con le mani e l’ha varcata. Tanti, tantissimi i fedeli accorsi che, seguendo in processione D’Alise hanno attraversato la porta attraverserà e la navata centrale della Cattedrale. Il Vescovo, giunto al presbiterio, ha proseguito officiando la celebrazione eucaristica secondo la liturgia della III Domenica di Avvento. Ad animarla la Corale Diocesana di Caserta.
Tanti, tantissimi i fedeli presenti, tanto da riempire l’intera Cattedrale e piazza Duomo dove, in previsione del grande richiamo dell’evento, è stato predisposto un maxischermo per seguire la celebrazione interna. Tutta l’assistenza ai fedeli e, soprattutto, ai fedeli disabili è stata garantita dai soci dell’Associazione Cattolica Accollatori Sant’Anna, dalla Protezione Civile comunale e dalla Protezione Civile dell’Associazione Nazionale Carabinieri insieme a Polizia, Carabinieri e Polizia Municipale.
L’omelia del Vescovo, sul testo del capitolo terzo del Vangelo di Luca, tocca il significato profondo di questo Giubileo fortemente voluto da Papa Francesco. Alle folle che interrogano, ieri come oggi, Giovanni il Battista chiedendo «che cosa dobbiamo fare?» il Vescovo, con le parole dell’Evangelista, risponde invitando al rispetto etico ed al senso dei propri ruoli. Misericordia è nella quotidianità, nel valorizzare al meglio il proprio talento mettendolo a disposizione di tutti, soprattutto dei più deboli.
Dopo la celebrazione di apertura, la Porta Santa diocesana sarà meta di pellegrinaggi programmati da ogni parrocchia del territorio, in un’ottica di attenzione e condivisione che predilige l’ascolto ed il rapporto con gli ultimi come chiave di questo particolare anno di grazia.
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