Il gip presso il Tribunale di Napoli, dott. Morra, in accoglimento di una articolata ed approfondita  istanza di scarcerazione presentata dall’avvocato Dario Vannetiello (nella foto) del Foro di Napoli nell’interesse di Clemente Biondillo, ha revocato la custodia cautelare presso la propria abitazione  a cui il politico del comune di San Felice a Cancello era sottoposto da circa 5 mesi.

Nonostante le gravissime accuse  di associazione a delinquere e di corruzione aggravata dall’aver agevolato il clan dei casalesi,  fazione facente capo a Michele Zagaria, gli arresti domiciliari furono ottenuti  grazie al netto affievolimento delle accuse ottenuto con la decisione assunta dal Tribunale del Riesame di Napoli nello scorso mese di gennaio allorquando le ipotesi accusatorie elevate nei confronti dell’imprenditore sanfeliciano Biondillo subirono un significativo ridimensionamento. 

Infatti, il Tribunale del Riesame condivise la linea difensiva degli avvocati Dario Vannetiello e Clemente Crisci che puntava a dimostrare che il reato di corruzione  non era giunto a compimento atteso che l’appalto pari a ben  80 milioni di euro, afferente alla zona industriale del Comune di San Felice a Cancello, non era stato aggiudicato da una delle ditte facenti capo al clan Zagaria. L’ulteriore punto che ha contribuito ad erodere l’ipotesi accusatoria è rappresentato dall’aver il Tribunale del riesame escluso che Biondillo avesse rivelato ad Antonio Zagaria, fratello del  più noto capoclan Michele, i segreti dell’ufficio del Comune di San Felice a Cancello onde favorire le imprese vicine ai casalesi. 

E così, grazie ai nuovi approdi a cui era giunto il Tribunale della Libertà, nonostante il ruolo di primo piano che Biondillo avrebbe ricoperto all’interno della vasta inchiesta, all’imprenditore furono concessi gli arresti domiciliari presso la propria abitazione di San Felice a Cancello, ove è rimasto ristretto fino a ieri.

Giungiamo così alla clamorosa decisione.

Le diffuse argomentazioni di fatto e di diritto offerte dall’avvocato Dario Vannetiello  nell’interesse di Biondillo hanno convinto il G.i.p. dott. Morra in ordine alla intervenuta insussistenza delle esigenze cautelari e sono state tanto convincenti da indurre addirittura il Giudice a revocare le misure  cautelari anche nei confronti di tutti gli altri coimputati di Biondillo. Così è stata disposta la revoca delle misura cautelare in favore sia del sindaco  ed ex consigliere regionale Pasquale De Lucia Pasquale, sia nei confronti di Antonio Zagaria e  Di Giunta Emilia Rita Nadia e  Luongo Oreste Fabio. Quanto verificatosi non è certo ricorrente in sede giudiziaria , anche perché per alcuni dei reati contestati vi era anche l’aggravante mafiosa. La rimessione in libertà consentirà agli indagati di affrontare con serenità il processo che ancora non ha avuto inizio. Cosa più unica che rara, sull’istanza dell’avvocato Vannetiello, dopo le argomentazioni difensive, d’ufficio è arrivata la scarcerazione di altri personaggi, di cui uno di spessore: il fratello di Zagaria. Liberi dunque anche Antonio Zagaria, Pasquale De Lucia, Emilia Rita Nadia Di Giunta, Oreste Fabio Luongo.