Clan Ferrara, in appello gli sconti di pena
L’accusa: tangente di 220mila euro chiesta a un imprenditore. Condanne più lievi per tutti gli imputati
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Sab 16 Giugno 2018 19:49
VILLARICCA. Per arrestarli ci volle un blitz spettacolare: 150 carabinieri fecero irruzione nella villa bunker di Domenico Ferrara, 61 anni, conosciuto come “Mimì ’o muccuso”, ritenuto dagli investigatori il presunto reggente dell’omonimo clan egemone negli affari illeciti a Villaricca. Con lui finirono in manette altre 6 persone considerati - secondo l’ipotesi accusatoria - appartenenti allo stesso gruppo criminale. Condannati in primo grado nel 2016 per una presunta estorsione nei confronti di un imprenditore-avvocato di Villaricca, si sono visti tutti ridurre la pena al termine del processo d’appello.
I giudici di secondo grado hanno rivisto al ribasso le condanne che erano state precedentemente inflitte a Domenico Ferrara, Giuseppe Tambaro, Luigi Tambaro, Aldo Tambaro, Vittorio Amato, Rocco Ruocco e Giuseppe Ruocco. In primo grado, nel processo condotto con rito abbreviato, il gruppo fu condannato complessivamente a 36 anni e 2 mesi di reclusione, ma in appello la pena si è ridotta a 31 anni e 2 mesi. Tutti hanno beneficiato dello “sconto”. In particolare Domenico Ferrara, che a novembre del 2016 fu condannato in primo grado a 5 anni di reclusione, ha incassato invece 4 anni in appello. Giuseppe Tambaro, 55 anni, Luigi Tambaro, 51 anni, e Aldo Tambaro, 42 anni, che furono condannati a 4 anni e 4 mesi in primo grado, si sono visti ridurre la pena a 3 anni e 8 mesi; Vittorio Amato, 51 anni, e Rocco Ruocco, 51 anni, dopo una condanna a 6 anni e 8 mesi di reclusione in primo grado, sono stati condannati a 6 anni in appello; “sconto” anche a Giuseppe Ruocco, la cui condanna è passata da 4 anni e 4 mesi a 3 anni e 8 mesi. Tutti sono accusati di estorsione con l’aggravante dell’articolo 7 nei confronti di un imprenditore-avvocato di Villaricca. Secondo l’ipotesi accusatoria, all’imprenditore sarebbero stati chiesti 220mila euro a seguito dell’acquisto di un immobile. Ovviamente tutti restano innocenti fino a eventuale sentenza di condanna definitiva. Il nome di Domenico Ferrara era venuto alla ribalta qualche tempo fa per il sequestro di oltre un centinaio di telefoni cellulari che, secondo l’ipotesi accusatoria, sarebbero serviti per il televoto a favore della figlia che partecipava ad uno show televisivo per giovani talenti. Ferrara fu sorpreso dai militari dell’Arma nel febbraio di due anni fa mentre era nella sua villa “bunker”, nel parco “Mondo nuovo” di Villaricca. Quando i carabinieri fecero irruzione, “Mimì” stava vedendo in televisione la partita del Napoli, impegnato in Europa League in Spagna contro il Villareal per l’andata dei sedicesimi di finale della coppa.
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