Dossier choc, tutti da eliminare i gazebo del Vomero
Installazioni antiestetiche e pericolose, volano via col vento. Chi ha dato le autorizzazioni?»
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Mar 14 Aprile 2015 14:24
NAPOLI. Rischiano di chiudere i gazebo dei bar e dei ristoranti del Vomero. Un’altra tegola potrebbe abbattersi sui commercianti napoletani, sempre più tartassati. Secondo il consigliere comunale Gaetano Troncone, presidente della commissione Affari Istituzionali del Comune di Napoli, infatti, «la maggioranza dei dehors installati sarebbe irregolare, in quanto non rispetterebbe i canoni di costruzione previsti dal regolamento comunale».
Il motivo? «Le strutture amovibili – spiega Troncone - sono state realizzate con teli verticali in Pvc trasparente, collegati agli ombrelloni, che sono vietati in Zona “A”», mentre per costruirle nel rispetto delle norme si sarebbero dovuti utilizzare «esclusivamente pannelli di vetro o plexiglas – per un massimo di 3 lati, non 4 – fissati alla pedana con altezze variabili a seconda dei dehors tra i 2,20 e i 2,90 metri».
Ieri mattina, quindi, Troncone ha inviato un dossier di denuncia alle autorità competenti, chiedendo un intervento immediato per sanare la situazione.
Il documento, numero di protocollo 16, è indirizzato al sindaco Luigi de Magistris, all'assessore al Commercio, Enrico Panini, al Soprintendente Belle Arti e Paesaggio, Luciano Garella, al Comandante della Polizia Municipale, Ciro Esposito ed al presidente della V Municipalità, Mario Coppeto, al dirigente del Suap, lo Sportello Unico per le Attività Produttive, responsabile di rilasciare le relative autorizzazioni per le installazioni dei dehors, e al presidente della Commissione Edilizia Integrata.
IL DOSSIER. Nel documento, Troncone segnala «alcune irregolarità in merito all’installazione di dehors stagionali di bar e ristoranti, collocati nelle piazze, negli slarghi e nelle aree pedonalizzate della città». «A mio avviso», sottolinea il consigliere Idv, questi gazebo «non sono conformi al nostro “regolamento comunale che disciplina l’occupazione di suolo pubblico per il ristoro all’aperto delle attività di somministrazione di alimenti e bevande e vendita al dettaglio”».
Regolamento pubblicato sul sito istituzionale del Comune di Napoli.
«Le irregolarità – prosegue – si concentrano soprattutto in alcune zone del quartiere Vomero: piazza Vanvitelli, via Scarlatti, piazza Fuga, via Enrico Alvino e via Merliani, dove in pochi metri sono presenti almeno 17 attività che hanno installato dehors, oltre che antiestetici, in totale difformità rispetto al nostro regolamento che ha come scopo – esplicitato all’articolo 5 comma 2 - anche quello di “garantire l’aspetto armonico tra le occupazioni e tra le stesse con il contesto urbano, nel rispetto dell’assetto dei luoghi, delle vedute e dei panorami apprezzabili delle principali percorrenze e rispetto ai punti di osservazione più significativi”».
«SONO IRREGOLARI». In particolare, i dehors presentano una «piena difformità» dai criteri di realizzazione previsti «dall’articolo 13 comma 1 del regolamento comunale per le tipologie tipo C e tipo D», in quanto «tutti realizzati con teli verticali in Pvc trasparente, collegati agli ombrelloni che, secondo l’articolo 14 del regolamento pagina 12 punto 4, sono vietati in “Zona A” (che coincide con Zona Unesco), ossia dove sono collocati». «Tutte queste installazioni – conclude il consigliere – dovevano essere fatte usando i materiali appropriati indicati nel nostro regolamento votato dal Consiglio Comunale di Napoli lo scorso dicembre».
«CHI HA DATO L’OK?». «Come mai – incalza Troncone - l’ufficio competente abilitato al rilascio dei permessi ovvero il (Suap) Sportello Unico per le Attività Produttive ha dato la concessione di occupazione pubblica per queste installazioni? Come mai l’Uo della Polizia Municipale competente sul territorio non si è mai accorta di queste anomalie? Infine, come mai la V Municipalità, in cui ricadono questi interventi, non ha espresso obiezioni? Come è stato possibile che la Commissione Edilizia Integrata (Cei) abbia potuto rilasciare parere favorevole insieme alla Soprintendenza e al (Suep) Sportello Unico Edilizia Privata che si esprime per i dehors di tipologia B?».
«SONO ANTIESTETICI». «Le installazioni – ritiene Troncone –, oltre ad essere fuorilegge, deturpano il decoro urbano del quartiere, limitando la visione prospettica e la percezione visiva dei luoghi circostanti sia ai pedoni che agli avventori». «In alcuni casi – denuncia il consigliere – queste installazioni sono anche pericolose, visto che più volte a seguito delle raffiche di vento dei giorni scorsi molte di queste sono crollate, fortunatamente durante la notte, in assenza di pubblico».
LA SOLUZIONE. Troncone, quindi, chiede all’assessorato al Commercio «chiarimenti» sulla vicenda e di «porre rimedio alle difformità evidenziate e di individuare gli eventuali responsabili delle installazioni fuorilegge».
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