NAPOLI. Evitare qualunque strumentalizzazione di ciò che accadde Foibe per acquistare consenso politico. La Rete antifascista napoletana contesta il contemporaneo evento in piazza dei Martiri alla presenza dei giovani della Lega pronti a ricordare quanto accadde in Venezia Giulia e Dalmazia tra il 1943 e il 1945, dando vita ad un corteo denominato “Napoli non si Lega’’.

La marcia. In centinaia, appartenenti perlopiù a centri sociali e movimenti antagonisti, partiti da piazza Amedeo e giunti sino al Lungomare, gridano slogan contro il ministro dell’Interno Matteo Salvini e i simpatizzanti meridionali della Lega issando cartelli sui quali compaiono scritte volte a stigmatizzate le politiche migratorie dell’Esecutivo in carica ed anche di quello di centrosinistra all’epoca in cui il Capo del Viminale era Marco Minniti. A non essere risparmiato nemmeno il Movimento 5 Stelle, partner della Lega nel Governo, accusato di incoerenza rispetto a quanto professato in campagna elettorale su Tav, Tap e non solo. A colorare la manifestazione, la presenza energica e rumorosa della Bandabaleno, esibitasi per quasi 2 ore ininterrottamente.

I motivi del corteo. Il pericolo ravvisato è che, con il regionalismo differenziato di Veneto e Lombardia, il divario economico con le regioni meridionali possa allargarsi con ulteriori scure di decine di miliardi ai danni del Sud. «La città di Napoli ha memoria e non si piegherà mai alle retoriche razziste della Lega Nord» afferma Raniero Madonna della Rete antifascista. Proprio la Lega, aggiunge l’esponente del centro sociale Insurgencia, «da 20 anni professa politiche nordcentriche, non ultima la proposta di federalismo regionale, affossando questo territorio, la Campania e il Sud». E sulle parole del Capo dello Stato Sergio Mattarella secondo il quale ricordare cosa accadde allora «significa rivivere una grande tragedia italiana», Madonna commenta: «Il presidente della Repubblica è espressione di una parte politica che negli ultimi decenni ha letto quella vicenda in questo modo. Dal nostro punto di vista è chiaramente un tentativo di manipolare la storia. Quanto successo in ex Jugoslavia era una guerra e i Partigiani hanno liberato quei territori usando pratiche di guerra. Non è sicuramente quanto hanno fatto in Europa i nazisti e i fascisti. Accomunare queste due vicende ci sembra estremamente grave». Alla fine non ci sarà nessun contatto tra i due gruppi come qualcuno temeva, con il cordone di polizia e carabinieri a fare da filtro. L’unico “avvicinamento’’, sarà il tiro di alcuni palloni da calcio, con ulteriori slogan contro la Lega, da parte dei manifestanti della Rete antifascista verso piazza dei Martiri quando però l’altro presidio è già sciolto.

Le invettive di Cantalamessa. Ma il deputato leghista Gianluca Cantalamessa non ci sta e non solo contesta gli appartenenti alla Rete Antirazzista, ma accusa nuovamente il sindaco Luigi de Magistris come fatto 2 settimane fa a seguito dell’irruzione dei centri sociali all’Hotel Ramada mentre erano in corso le lezioni della scuola di formazione leghista. «Manifestare contro una commemorazione di morti non è un diritto, ma una profonda mancanza di rispetto».