POMIGLIANO. «Esprimo la totale solidarietà e vicinanza ai sacerdoti coinvolti, vittime di un attacco ingiustificato. Allo stesso tempo auspico che le autorità preposte alla vigilanza sul decoro pubblico facciano quanto in loro potere per far sparire dai muri delle città e dai social network termini e giudizi che vanno aldilà di ogni ragionevole diritto di critica. Quanto sta accadendo è semplicemente disgustoso per una città civile». Il vescovo di Nola, mons. Beniamino Depalma, interviene in merito alle polemiche dei giorni scorsi che hanno coinvolto i parroci di San Felice in pincis di Pomigliano d'arco e difende l'operato dei parroci. «Nelle ultime settimane, a Pomigliano, sono apparse su manifesti a muro e sui social network affermazioni gravemente diffamatorie contro i parroci di San Felice in pincis. Parole violente e offensive, accuse gratuite e cattive che come Vescovo di Nola non posso minimamente tollerare», riprende il vescovo. Nel merito della questione poi degenerata in vili offese, ovvero la prassi pastorale di San Felice in pincis di ricevere le offerte per i sacramenti tramite un bollettino postale, preciso quanto segue dopo aver assunto le dovute informazioni: la decisione di proporre alle persone un bollettino postale è stata assunta diversi anni fa, non certo oggi, dal Consiglio pastorale della parrocchia, ovvero da quell'organismo, composto da sacerdoti e laici, che ha come compito l'indirizzo delle attività comunitarie. È stata dunque una decisione presa insieme dai parroci e dai laici della comunità. In quella sede è stata fatta questa valutazione, che può essere oggetto di dibattito ma non certo di basse insinuazioni: da un lato i bollettini postali consentono la deducibilità delle offerte alle stesse persone che danno un contributo; dall'altro lato, essendo tracciabili, i bollettini garantiscono la massima trasparenza dei conti parrocchiali. Questi sono i fatti. Il resto è pettegolezzo di bassissimo livello». «Certo - riprende il vescovo - può essere diritto di tutti i cittadini, credenti e non, criticare in modo libero e franco una scelta della comunità parrocchiale. Si può obiettare che il senso di questa prassi pastorale non sia ben penetrata nella coscienza del popolo, al punto da creare cattive interpretazioni. Si può obiettare che oggi, nel 2015, il tema importantissimo del sostegno alla parrocchia va affrontato con una sensibilità vicina allo spirito dei tempi. Ma per quanto riguarda la diocesi di Nola non ci sono ambiguità di alcun tipo, perché già dal 2010 - in occasione dell'anno sacerdotale - abbiamo dato un indirizzo chiaro a tutte le parrocchie: per i Sacramenti non vige alcun obbligo di dare un contributo economico, i Sacramenti sono un gratuito dono di Dio. Le offerte sono accolte se maturate nella assoluta libertà e corresponsabilità. Sul tema dell'autofinanziamento delle comunità parrocchiali inviterei tutti, infine, a non fare facile populismo. I sacerdoti e la comunità parrocchiale sono, in ogni luogo, un punto di riferimento sempre disponibile. Ai parroci, in particolare, in qualsiasi ora del giorno e della notte si rivolgono i più poveri per ricevere ogni tipo di aiuto: richieste alle quali va data risposta immediata. Le strutture vanno conservate in uno stato dignitoso, la liturgia va svolta in un'Aula degna, i gruppi devono potersi vedere in spazi confortevoli. Nel mentre la Chiesa lavora ogni giorno su se stessa per avere uno stile sempre più gratuito, anche il popolo di Dio deve maturare e comprendere che è responsabilità di ciascuno conservare il dono di sacerdoti presenti tra la gente e di una parrocchia che serve un territorio».