Per rompere il silenzio di quasi tutti i media e le istituzioni europee anche a Napoli si è tenuta una manifestazione come a Manchester, Londra, Parigi, Dortmund, Berlino, Torino, Venezia, Roma, Pisa... con un centinaio di persone e di solidali che si sono ritrovate in presidio per denunciare l'invasione turca della Siria e i bombardamenti su Afrin. 800 mila tra abitanti e rifugiati difesi solo dalle milizie popolari dello Ypg/Ypj (le stesse che hanno resistito all'Isis) e che si trovano sotto assedio delle bande Jhadiste (al Nusra e quel che rimane dell'Isis) e del secondo esercito della NATO, nel silenzio e nella complicità internazionale. A partire da quell'Europa che ha appena dato la seconda tranche di tre miliardi di euro al presidente Erdogan per reprimere i rifugiati e fermare i flussi migratori... per tragica ironia della sorte proprio in queste ore oltre 150mila persone sono in fuga dal piano di pulizia etnica del califfo di Istanbul!

In questo momento a bombardare Afrin ci sono anche i sistemi d'arma prodotti dall'industria bellica italiana (e anche dall'industria a partecipazione statale) mentre in nome degli affari poche settimane fà il premier Gentiloni ha ricevuto in guanti bianchi Erdogan, l'uomo che nell'ultimo anno anche all'interno della Turchia ha fatto arrestare alcune migliaia di oppositori, giornalisti, insegnanti...

Il movimento democratico, interetnico, laico e femminista del Rojava, sorto dal disastro della guerra civile siriana, è diventato un punto di riferimento per tante e tanti in tutto il mondo. Fermiamo i bombardamenti, fermiamo la guerra!