NAPOLI. La NapoliServizi chiude il bilancio 2014 con i conti in rosso: un passivo di 6 milioni di euro. Fatture non riconosciute dal Comune per lavori di manutenzione e pulizia eseguiti nel 2012 e nel 2013. Intanto, la società ha dato avvio ad una raffica di promozioni senza bando pubblico. «Ma i soldi non ci sono per coprire il fabbisogno del nuovo personale», tuona la Cgil, che per lunedì mattina ha indetto un’assemblea generale di tutti i lavoratori alle ore 13 al maschio Angioino e minaccia lo sciopero.

«Per reperire le risorse – incalzano i sindacalisti – la società ha fatto slittare il pagamento degli stipendi di 10 giorni. Invece, di pagare a 30 giorni, a fine giugno, la mensilità arriverà il 10 luglio, a 40 giorni. Così i lavoratori avranno gravi disagi e non potranno onorare gli impegni presi con banche e società finanziarie».

Ma non finisce qui, perché il sindacato denuncia una raffica di «promozioni avvenute negli ultimi mesi senza bando pubblico. Su tutte queste vicende – tuona – stiamo preparando un dossier che invieremo alla Corte dei Conti e alla Procura».

Intanto, il management della società si riunisce oggi per fare il punto sul rendiconto di bilancio. A rischio la poltrona dell’amministratore delegato Domenico Allocca. La patata bollente della NapoliServizi è stata anche al centro di un lungo confronto tra il sindaco Luigi de Magistris ed il gruppo consiliare Idv, che ieri mattina è tornato a chiedere con forza un cambio nella direzione della società partecipata del Comune.

 

È GUERRA ALLA CGIL. Intanto, scoppia la guerra tra la governance della NapoliServizi e la Cgil-Filcams e la Sll. Con una nota al vetriolo (protocollo 002223/15), inviata ieri alle segreterie provinciali di Cgil-Filcams e Sll, e per conoscenza, al sindaco, alla prefettura, alla questura ed alla Commissione di garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali, il management della società risponde a muso duro alla proclamazione dello stato di agitazione da parte dei lavoratori. Il volantino diffuso dai sindacati, secondo la NapoliServizi, avrebbe dei contenuti «falsi e calunniosi», pertanto la società «ha dato mandato ai propri legali di procedere a sporgere formale querela» nei confronti dei sindacati. Inoltre, «sospende, con effetto immediato, ogni relazione sindacale con le due organizzazioni», e dichiara che non aderirà «a nessuna procedura di raffreddamento», in quanto «le modalità con le quali è stato proclamato lo stato di agitazione» sarebbero «anomale e non conformi alla legge». Non conterrebbero in sostanza «l’indicazione dei motivi della controversia collettiva per la quale si intende proporre reclamo».

Ma i sindacati non ci stanno e minacciano ricorso.

 

L’IRA DEI SINDACATI. «È assurdo che un’azienda pubblica non riconosca più la Cgil come interlocutore – afferma Rosario Andreozzi, rsa NapoliServizi Filcams Cgil - e inviti i dirigenti di servizio a non parlare con i rappresentanti del sindacato. Questa azione viola l’articolo 28 dello statuto dei lavoratori».

 

Ma cosa contestano i sindacati?

 

«ASSUNZIONI». In primo luogo, l’assorbimento di 114 lavoratori da Elpis (54) e Lsu (60) da gennaio 2015 che non troverebbe copertura finanziaria. «Il contratto di servizio tra la NapoliServizi ed il Comune prevede uno stanziamento di 68,5 milioni – spiega Andreozzi -. Il consiglio comunale non ha mai approvato l’aggiornamento del contratto per l’assunzione di questi lavoratori e la fusione del ramo d’azienda di Elpis. Per questo, siamo preoccupati che anche il bilancio 2015 si chiuderà in passivo. L’azienda, inoltre, ha fatto slittare il pagamento dello stipendio di 10 giorni a luglio. In questo modo recupera soldi prendendoli dalle tasche dei dipendenti».

 

«PROMOZIONI». «Non si sono tenute in alcun conto le graduatorie del 2013 – incalza Andreozzi -, formate dopo concorso pubblico con prove scritte, orali e tecniche. Sono scadute ad aprile. Subito dopo, però, si è fatta una raffica di promozioni. Cinque operai sono passati dal VI al VII livello. Tra questi anche chi occupava le ultime posizioni in graduatoria e non era proprio presente. Nominati senza bando 3 ispettori. Mentre ci sono casi di doppio passaggio di livello, dal quarto al sesto, sempre senza bando. Promossi in unità complesse anche dipendenti con la terza media».

 

«ZERO CONTROLLI». «La NapoliServizi – aggiunge Andreozzi – è un’azienda pubblica in house del Comune di Napoli soggetta al controllo analogo dell’amministrazione, che prevede l’invio periodico di ispettori per verificare che tutto funzioni bene. Ma il Comune da due mesi non effettua più controlli. Perché?».

 

«DISMISSIONI FERME». «Quando sono stati costituiti i 18 servizi distinti in Unità Complesse e Semplici, l’ufficio adibito alla vendita del Patrimonio comunale è stato dichiarato Unità Semplice, come se alla società interessasse meno degli altri».

 

«MANUTENZIONI AI PRIVATI». «Abbiamo tecnici specializzati – conclude Andreozzi – e invece si affidano le manutenzioni degli immobili ai privati, pagando 9 milioni di euro».