di Luigi Sannino

NAPOLI. Tre anni di libertà vigilata in conseguenza di una condanna riportata nel 1994; un anno per un’altra risalente al 2002. Un doppio colpo per Ciro Mariano “’o picuozzo”, scarcerato per fine pena il 17 aprile scorso. Nulla in confronto ai 31 anni passati ininterrottamente dietro le sbarre a parte qualche permesso-premio, ma essere costretto ogni giorno a rincasare entro le 19 è comunque una bella “seccatura”. Almeno per 12 mesi, trascorsi i quali il Tribunale di sorveglianza rivaluterà la situazione. Nel frattempo, oltre al rispetto degli orari, non può frequentare pregiudicati. 

NUOVI GUAI. A notificare la doppia misura di sicurezza, l’altro ieri, sono stati i poliziotti del commissariato Montecalvario, una struttura che ha rischiato di essere chiusa a causa di ipotesi di ristrutturazioni poco condivisibili e ora sta vivendo una fiorente primavera lavorativa (i risultati c’erano anche prima, ma evidentemente erano più forti altre logiche). A casa sua, nella zona “Cariati” dei Quartieri Spagnoli, il 65enne Ciro Mariano ha ricevuto gli uomini dello Stato con in mano il provvedimento giudiziario. 
Ciro Mariano ha fatto la storia della camorra dei Quartieri Spagnoli. Dopo ben 31 anni è tornato casa con la prospettiva certa di non dover tornare in carcere a breve (e manco in futuro se non violerà il codice penale), come nell’unico caso in cui aveva usufruito di un permesso premio. E nelle stradine a ridosso di Toledo e corso Vittorio Emanuele è stato accolto con grande affetto, commozione e lacrime di gioia di familiari e amici di vecchia data, tra cui affiliati dell’epoca al clan che lui fondò e poi è stato gestito da altri, ultimo dei quali il fratello Marco. Nel 2016, suo malgrado, Ciro Mariano fu protagonista di una storia atipica, per certi versi clamorosa. Aveva già preparato la valigia quando arrivò la doccia gelata: un provvedimento della procura presso l’ufficio esecuzioni con cui gli notificavano che doveva restare dietro le sbarre per altri due anni e mezzo. Un ricalcolo del cumulo di pena da scontare, contestato immediatamente ma inutilmente dalla difesa. Ai Quartieri Spagnoli erano pronti a festeggiare e dovettero rimandare tutto, come invece non è successo stavolta.  

IL PROFILO DEL BOSS. Sposato e padre di cinque figli, Ciro Mariano è stato protagonista delle due più sanguinose guerre di camorra dei Quartieri Spagnoli: prima contro i Di Biasi, i “Faiano”, e poi contro gli scissionisti dal suo clan guidati da Antonio Ranieri “Polifemo” e Salvatore Cardillo detto “Beckembauer”. Omicidi, agguati e sparatorie, tra cui la strage del “venerdì santo”, hanno portato ad arresti, condanne all’ergastolo e allo scompaginamento delle cosche “quartierane”, sempre però capaci di rialzarsi. Già ad agosto del 2015 Ciro Mariano stava per tornare a casa, in quel caso in permesso premio. Nella richiesta era indicato anche il periodo di permanenza a Napoli, poco più di una settimana. Ma la polizia, in particolare gli investigatori del commissariato Montecalvario, bocciò inesorabilmente i desideri dell’allora 62enne pregiudicato.