Guerra di pizze. Il più giovane pizzaiolo della famiglia Sorbillo il noto Gino Sorbillo ha proposto ricorso d'urgenza al tribunale di Napoli contro il cugino Luciano (nella foto), figlio dello zio Rodolfo  primo pizzaiolo della numerosa famiglia napoletana e maestro della sorella detta zia Esterina, accusandolo di aver usato il nome della famiglia per la sua  nuova pizzeria in via dei Gasperi e dimenticando la tradizione di tutta famiglia e il conseguente successo guadagnato grazie alla promozione della stessa . Nella diffida si leggono i motivi: il marchio Sorbillo, sostiene Gino, e soprattutto quello da lui depositato di "zia Esterina", in riferimento alla celebre zia autrice di meravigliose pizze fritte, sono famosi grazie alla sua attività professionale e mediatica. E perciò neanche chi ha la sorte di chiamarsi con lo stesso cognome e di avere, come capita tra cugini, la stessa zia, avrebbe il diritto di mettere su esercizi che richiamino la storia della famiglia. Ci resta male Luciano che cresciuto con zia Esterina e attaccato improvvisamente dal cugino in violazione dei sani e tradizionali valori familiari dei Sorbillo, si affida alla difesa degli avvocati Angelo Pisani e Daniela Pasquali per tutelare il suo nome e la sua attività. <<Non capisco l'attacco personale, ripete Luciano, in fondo anche il mio ramo familiare, come tutti i Sorbillo,  lavora da sempre in pizzeria e credo di avere il diritto di continuare anche io ad aprire pizzerie  che abbiano un'identità storica della nostra famiglia come iniziato proprio da mio padre>>. Tra l'altro quella di Luciano non è la prima attività a chiamarsi così: anche i suoi fratelli hanno messo su locali di proprietà diversa da quella di Gino ma con identica griffe e nella stessa via Tribunali a dimostrazione che da oltre 10 anni non vi è mai stata uno sviamento di clientela ma anzi una pacifica convivenza in segno della tradizione e rispetto della famiglia. Anzi, nell'insegna Luciano al famoso cognome ha aggiunto pure il suo di battesimo. <<Mi verrebbe voglia di chiudere, nessun Sorbillo aveva mai attaccato un altro della famiglia. Ma non è giusto appropriarsi di una storia e perciò continuerò a difendere i nostri valori e sperare che la giustizia sia migliore di una pizza – dice - La gente Non mangia nomi ma prodotti>> ripete Luciano che ricorda anche come il padre <<non registrò il cognome pur essendo il primo pizzaiolo della famiglia per dare la possibilità a tutti di praticare la gustosa attività di famiglia >>. Mimmo Sica