di Luigi Sannino

 

NAPOLI. «Hai capito la “milfettona”... Le piaceva, le piaceva». E poi: «Siete dei porci, l’avete fatto nel mio letto, sul lenzuolo pulito». «Quella non capiva niente in quel momento, altrimenti sai che faccia avrebbe fatto nel vedere la stanza piena di uomini». Ancora: faccine con risate, pollici alzati e nessun segno di pentimento o rimorso. 

In quella drammatica sera del 6 ottobre 2016 nell’hotel Mar Alimuri di Meta di Sorrento, in una stanza ai piani bassi, c’era la fila per lanciarsi sull’inerme turista inglese narcotizzata dai barman, fino a quel momento “sempre così simpatici”, Fabio e “Nino”.

 

VIDEO CANCELLATI. La 50enne del Kent in vacanza era rimasta sola perché la figlia 22enne, anch’ella drogata, si era sentita male ed era salita in camera. Ma stranamente la “droga dello stupro” non le ha fatto perdere tutta la memoria di quanto accaduto e così la “Milf” ha potuto aiutare gli inquirenti. Uno degli indizi a carico degli indagati in stato d’arresto, secondo in ordine di importanza dopo le tracce di Dna, è rappresentato dalle conversazioni e dalle emoticons salvate sulla chat “Cattive abitudini”. Dalla memoria dei profili whtatsapp degli ex dipendenti sotto accusa, ma solo per coloro che avevano un iPhone, sono spariti infatti i video che riprenderebbero il terribile assalto sessuale a ripetizione nell’alloggio del personale alberghiero e le frasi più compromettenti. Un’operazione possibile attraverso un accesso da “remoto”, a distanza con il programma iCloud, compiuta nonostante il sequestro immediato degli apparecchi: circostanza che potrebbe far scattare il reato di violazione di sigilli per i responsabili.

 

ORRORE IN STANZA. Commenti e faccine rimasti, però, sono considerati materiale probatorio molto utile a incastrare i presunti autori delle violenze: Antonino Miniero, 34enne di Portici; Fabio De Virgilio, 27enne di Vico Equense; Gennaro Davide Gargiulo, 23enne di Massa Lubrense; Raffaele Regio e Ciro Francesco D’Antonio, 24 e 23 anni, entrambi di Torre del Greco. I quali compariranno domani davanti al giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Torre Annunziata, la cui Procura ha coordinato le indagini condotte dai poliziotti del commissariato di Sorrento (con la dirigente Donatella Grassi e il vice commissario Emanuele Bruno). Investigatori che attraverso anche l’apporto dell’Interpol hanno lavorato in piena sintonia con la polizia del Kent. In Inghilterra ci sono state le prime verifiche sulla denuncia della donna, appena tornata in patria dopo la settimana in Italia, compiute con i tamponi organici e i prelievi di campioni sui vestiti per rilevare il Dna dei violentatori. Sul corpo erano presenti anche dei lividi e la donna mostrò le foto dei due barman scattate quella sera e di un altro giovane con un tatuaggio a forma di corona sul collo, identificato poi in Gargiulo. Intanto qualcuno ieri ha cancellato il profilo Facebook di Raffaele Regio, su cui il giorno prima erano state postate diverse frasi minacciose. Va comunque precisato che tutti gli indagati, almeno fino all’eventuale condanna definitiva, devono essere ritenuti innocenti.