NAPOLI. Una «gestione virtuosa e all'insegna della più innovata “managerialità" quella del Teatro di San Carlo di Napoli, a cui lo Stato riconosce il valore, confermando e attestando gli stessi finanziamenti riconosciuti negli ultimi anni. Infatti dal 2016 a oggi i finanziamenti stanziati sono intorno ai 14,5 milioni di euro dopo essere passati dai 12,7 circa del 2013». Lo rende noto un comunicato della Fondazione lirica partenopea, che sottolinea come «il Teatro di San Carlo, da anni risponde a un preciso piano industriale adottando strategie di gestione tra le più rivoluzionare in particolare per tutta l'area del Mezzogiorno, divenendo così un vero e proprio modello del “fare impresa" nella cultura». «Va riconosciuto al ministro Bonisoli - afferma Rosanna Purchia, sovrintendente del Massimo partenopeo - di essere riuscito a recuperare 10 dei 20 milioni decurtati al Fus e questo significa che la situazione possa cambiare ulteriormente, volgendo sempre al meglio. Infatti c'è una ferma volontà da parte del Ministro di recuperare altre risorse destinate al Fus e quindi di aumentare ancora la quota parte destinata alle Fondazioni Lirico-Sinfoniche». «Con i colleghi dell'Anfols - sottolinea Purchia - stiamo lavorando all'elaborazione per stabilire nuovi criteri della distribuzione del Fus. In particolare per il San Carlo, per le percentuali riconosciute agli spettacoli di balletto fortemente penalizzati, senza alcun motivo se non quello di mortificare questa forma d'arte, rispetto alle programmazioni di opera e sinfonica. E anche in questo siamo sostenuti dal Ministro». E con riferimento alla Legge Bray grazie alla quale lo Stato ha messo a disposizione un fondo finalizzato alla parziale copertura dei debiti pregressi delle fondazioni lirico-sinfoniche, Purchia conclude: «Grazie a una sana gestione il San Carlo ha potuto destinare tali risorse all'incremento del patrimonio, vera criticità del Teatro».