Tre omicidi, cancellati gli ergastoli. Processo da rifare
Svolta per i delitti di Antonio Zito, Mario Toller e Amedeo Colle
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Gio 29 Settembre 2016 18:39
NAPOLI. Per i tre omicidi di Antonio Zito, Mario Toller e Amedeo Colle, avvenuti rispettivamente il 15 dicembre del 2007, il 14 giugno 2008, il 15 gennaio 2009, commessi su mandato del boss Domenico D’Ausilio, soprannominato “Mimi o sfregiato”, i giudici di primo grado in data 18 novembre del 2013 inflissero l’ergastolo al ras e a Roberto Tripodi, Gennaro Marigliano e a Luca Scarpa coinvolti in uno solo dei tre omicidi in questione. Il giudizio di appello si concluse con la conferma delle condanne ad eccezione della posizione dello Scarpa la cui pena, nonostante fosse un omicidio premeditato e di camorra, fu rideterminata dalla Corte di assise di appello in anni 28 di reclusione. Le prove erano rappresentate dalle dichiarazioni dei pentiti Gaetano Giacobbe, Emanuele Ferrara, Carmine Fontanella, Vincenzo Cipollaro e Mario Toller. Per l’omicidio di Giovanni Toller vi erano anche le dichiarazioni di Carmela Toller, testimoni oculari dell’assassinio del fratello. Due sere si è svolto il giudizio davanti alla Suprema Corte di Cassazione, prima sezione penale, presieduta dal magistrato Cortese .
Il Procuratore Generale, Canevelli, aveva chiesto il rigetto di tutti i ricorsi. Hanno preso la parola nell’ordine gli avvocati Giovanni Aricò e Massimo Krogg per D’Ausilio, Francesco Liguori per Scarpa ed, infine, ha terminato nel tardo pomeriggio, l’avvocato Dario Vannetiello in difesa dell’organizzatore di tutti e tre gli efferati omicidi (Tripodi) nonché difensore di colui che materialmente sparò a Giovanni Toller (Marigliano) .
Ebbene, nei confronti di D’Ausilio, Tripodi e Scarpa, la Suprema Corte ha annullato la sentenza emessa dalla Corte di Assise di Appello concedendo per gli omicidi ai danni di Amedeo Colle e Mario Toller la attenuante di cui all’art. 116 codice penale, cioè l’essersi verificato un reato diverso (la morte) di quello voluto (il ferimento), ordinando un nuovo giudizio innanzi ai magistrati napoletani di appello per la rideterminazione della pena.
Inoltre, anche nei confronti di Gennaro Marigliano, il quale rispondeva solo dell’omicidio di Giovanni Toller con contestuale ferimento di Luigi Abete, la Suprema Corte ha annullato la sentenza di condanna all’ergastolo per una diversa ragione: ha escluso l’aggravante della premeditazione e, così, anche per Marigliano è stato ordinato un nuovo giudizio per la rideterminazione della pena.
Invece è stato rigettato completamente il ricorso proposto dalla difesa del pentito Giacobbe, confermando la condanna ad anni 16 di reclusione.
I supremi giudici sono pervenuti a tale decisione anche grazie alla valutazione degli scritti difensivi a firma dell’avvocato Mauro Valentino nell’interesse di Tripodi ed a firma dell’avv. Riccardo Ferone nell’interesse di Marigliano Gennaro. La parola fine su questa pagina molto violenta della città di Napoli ancora non è stata scritta.
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