Ema, scatta il ricorso ma Bruxelles frena
Si apre “spiraglio" per l'Italia, per vedere nuovamente riconosciuta a Milano la possibilità di ottenere la sede
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Mar 30 Gennaio 2018 17:52
Scatta il ricorso dell'Italia sull'Ema ma Bruxelles frena. «Si tratta non di una decisione del Consiglio, ma dei 27 Stati membri» ha affermato il portavoce capo della Commissione europea, Margaritis Schinas, commentando la possibilità che l'Italia presenti un ricorso sulla sede dell'agenzia europea del farmaco, assegnata ad Amsterdam lo scorso novembre.
Il ricorso è stato annunciato dal sindaco di Milano Giuseppe Sala dopo che ieri il direttore esecutivo dell'Ema, Guido Rasi, aveva reso noto che l'edificio finale dell'agenzia ad Amsterdam «non sarà pronto per il 30 marzo 2019», data entro la quale avverrà il trasloco da Londra alla capitale olandese a causa della Brexit. Da qui l'apertura di uno “spiraglio" per l'Italia, per vedere nuovamente riconosciuta a Milano la possibilità di ottenere la sede dell'Ema.
IL RICORSO. «Da quello che mi ha detto (Gentiloni, ndr) oggi parte il ricorso - ha spiegato Sala ai microfoni di 'Rtl 102.5' -. Non voglio illudere i cittadini: non ci sono altissime possibilità di riassegnarci il mandato ma bisogna provarci. E per questo chiamo la politica italiana al massimo impegno».
«È il momento di essere aggressivi, proviamoci - ha sostenuto il sindaco di Milano - È il momento di alzare la voce, senza se e senza ma». Sala ha anche precisato che l'Ema non è «un'agenzia dei burocrati, autorizza nuovi farmaci o li toglie dal mercato. Sarebbe grave mettere a rischio la salute dei cittadini». Se dovessero riaprirsi i giochi, «io non penso che i tempi sarebbero molti lunghi».
PARLAMENTO UE. Il Parlamento europeo, «in piena autonomia ed indipendenza, esprimerà la sua posizione sul trasferimento della sede dell'Ema da Londra ad Amsterdam. E sono convinto che, come sempre, deciderà nell'interesse dei cittadini europei» ha dichiarato il presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani.
COMMISSIONE UE. «Non crediamo di essere parte di questa cosa, di qualsiasi cosa si tratti, perché a quanto capisco non ci sono ancora stati passi formali - ha poi detto il portavoce della Commissione Schinas - nessuno ha messo in dubbio la nostra valutazione delle offerte». «Ci è stato chiesto di produrre un'analisi basata sui fatti, secondo criteri non decisi da noi ma dagli Stati membri. Lo abbiamo fatto con la solita dettagliata attenzione con cui facciamo queste cose: la decisione è stata presa ed è tutto qui. Capisco che ci sia una discussione in corso, ma non penso di poter fare molto per aiutare questa discussione».
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