MARCIANISE – “In ordine alla diffusione della notizia che un operatore del Centro Oromare avrebbe immesso sul mercato orafo gioielli contraffatti abusando della notorietà di marchi celebri, Oromare tiene a precisare che l’Amministrazione del Centro non è abilitata a svolgere alcun tipo di controllo sull’attività svolta dagli operatori all’interno dei propri laboratori privati”. Lo rende noto Francesco Corbello, amministratore  di Oromare Progest srl.

“Si rammenta inoltre che nell’ambito del Centro sono attive da anni circa centodieci imprese orafe che costituiscono un grande patrimonio artigiano della nostra regione e che non risultano essere state investite da accertamenti analoghi da parte delle autorità. Il che allo stato induce a ritenere che lo spiacevole episodio costituisce un caso assolutamente isolato. Ad ogni modo - aggiunge Corbello -, ai sensi del Regolamento disciplinare approvato dagli operatori, ad essi è vietato lo svolgimento di qualunque attività suscettibile di procurare discredito al Centro. Pertanto, qualora i fatti in oggetto risultino accertati, l’Amministrazione del Centro .- conclude Corbello - si riserva di esperire ogni azione atta a tutelarne l’immagine nelle sedi competenti”.