"Non si tratta di drammatizzare, si tratta di dire che la ricreazione è finita". Non usa giri di parole la ministra francese per gli Affari europei, Nathalie Loiseau, parlando della decisione del Quai d'Orsay di richiamare l'ambasciatore a Roma, Christian Masset, in seguito all"ingerenza inopportuna" del vice premier Luigi Di Maio, che martedì ha incontrato a sud di Parigi una delegazione dei gilet gialli. "Non era mai successo che un membro di un governo straniero venisse in Francia a sostenere non un leader politico - ha denunciato la Loiseau parlando a Radio Classique - ma qualcuno che ha fatto appello alla guerra civile, qualcuno ha fatto appello al rovesciamento di un presidente e a un governo militare". E' per questo, ha continuato la ministra, che l'incontro tra Di Maio e i gilet gialli è "un'ingerenza inopportuna, un gesto non amichevole da parte di persone che sono al governo e la cui priorità dovrebbero essere gli interessi degli italiani".
Alla domanda se Parigi abbia qualche responsabilità in questa crisi con Roma, la Loiseau ha replicato: "Sfortunatamente, quello che sta succedendo ci dà ragione. Noi abbiano detto che i nazionalismi in Europa, senza citare in modo particolare un Paese o un altro, sono un'aggregazione di interessi di categorie nazionali che non creano mai soluzioni ma inaspriscono i problemi ed Emmanuel Macron aveva ragione a denunciarlo".

Richiamo che "non è permanente", ha sottolineato stamane il portavoce del governo francese Benjamin Gruveaux, che ai microfoni di Europe 1 ha riassunto così la clamorosa mossa diplomatica di Parigi: "Era importante mandare un messaggio". L'Italia è "un alleato storico" della Francia ed "uno dei Paesi fondatori dell'Unione Europea", ha quindi ricordato il portavoce che, a proposito della disponibilità espressa da Di Maio e Salvini a dialogare con Parigi, ha sottolineato che "il dialogo non si è mai interrotto". I due ministri, ha detto Griveaux, "si siedono intorno ad un tavolo con i ministri francesi ai consigli europei" e "c'è un capo di governo in Italia che ha già incontrato più volte" il presidente francese Emmanuel Macron. Parlando dell'incontro di martedì tra Di Maio ed una rappresentanza dei gilet gialli a sud di Parigi, il portavoce ha sottolineato che "le buone maniere, la cortesia più elementare avrebbero voluto che il governo fosse avvertito" prima della visita di un ministro. Poi la stoccata: "Le battute di Luigi Di Maio e Matteo Salvini - ha detto Griveaux -, non hanno impedito all'Italia di entrare in una recessione economica... Noi non abbiamo fatto battute". Se il governo italiano, ha aggiunto, "si è sentito attaccato, è un suo problema". E ancora: "Se si vuol fare indietreggiare la lebbra nazionalista, se si vuole fare indietreggiare i populisti, se si vuol fare indietreggiare la sfida all'Europa, il modo migliore è di comportarsi bene con i propri partner". Rispondendo ad una domanda della giornalista di Europe 1, che ha ricordato l''attacco frontale' dei mesi scorsi del presidente Emmanuel Macron, che aveva parlato di 'lebbra nazionalista' in un riferimento anche al governo italiano, Griveaux ha detto: "Non era un attacco frontale, se si sono sentiti attaccati è un loro problema".

TONINELLI - "Non c’è nessun tipo di scontro con la Francia. La Francia commise un grave errore nel 2011 e ne stiamo pagando le conseguenze noi italiani principalmente". Lo ha detto oggi a Genova il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli. "E' un peccato - ha aggiunto - che non chiedano scusa su quel grande errore che hanno commesso ma quando dicono che noi e i francesi siamo cugini è vero. E un popolo amico ma se si commettono degli errori bisogna chiedere scusa e si potrà rimediare. L'Africa è un continente che richiede un approccio completamente diverso e chi lo deve fare è la Francia. Stiamo interloquendo".

"Hanno un dibattito interno, si stanno costituendo noi - ha continuato Toninelli parlando dei gilet gialli - ci interfacciano a loro con totale rispetto dicendo che abbiamo dei mezzi gratuiti come Rousseau in cui si possono verificare le persone. Se serve possiamo dare loro una mano a fare attività politica a vantaggio delpopolo francese. Parliamo con la parte sana dei gilet gialli".

"Macron non deve arrabbiarsi - ha aggiunto -. Il partito di Macron è alleato con il partito di opposizione italiano. Che stranezza c’è se un partito di maggioranza va ad incontrare dei candidati o membri di un partito di opposizione francese. Da quando è vietato?". "E' una forza politica in corso di costituzione - ha sottolineato il ministro - E un gruppo di persone che si è opposto a un modo di fare politica che pensava principalmente alle élite. Mi pare che Macron debba comprendere ciò".

I PRECEDENTI - Dialogo mai interrotto, quindi, ma quella arrivata ieri resta una mossa senza precedenti nelle relazioni fra i due Paesi. Relazioni sempre più tese, ieri giunte al culmine di una tensione palpabile sull'asse Roma-Parigi. Un'escalation dal 21 gennaio scorso, che aveva visto la convocazione al ministero degli Esteri francese della nostra ambasciatrice a Parigi, Teresa Castaldo, dopo le parole del vice premier Luigi Di Maio sulla 'moneta coloniale'. Il capo politico dei grillini, durante una manifestazione del M5S in Abruzzo, aveva affermato che "la Francia continua ad avere delle colonie di fatto, con il franco". Parigi, secondo il ministro, usa tali risorse "per finanziare il suo debito pubblico" e parallelamente "indebolisce le economie di quei paesi da dove, poi, partono i migranti". Dichiarazioni che il Quai d'Orsay, ricevendo l'ambasciatrice, aveva definito "inaccettabili". Le tensioni delle ultime ore - con le dichiarazioni di ieri della portavoce del ministero per gli Affari europei, che aveva definito "una provocazione inaccettabile" l'incontro del giorno prima tra Di Maio e una delegazione di gilet gialli a sud di Parigi - costituiscono il nuovo capitolo di un rapporto che, dallo scorso anno, è stato condizionato da un confronto spesso aspro sul tema dell'immigrazione.

DISAGIO CONTEMATTARELLA PREOCCUPATO - Ai piani alti di Palazzo Chigi - raccontano intanto fonti di governo -, l'aria che si respira è pesante: è noto come al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, spiegano le fonti, certe uscite di Lega e M5S creino disagio, se non addirittura imbarazzo: "Sicuro è furioso, sicuro - rileva un esponente di governo all'Adnkronos -, Conte maschera il suo malessere dietro il consueto aplomb, ma anche il 'fuori onda' di Piazza Pulita che lo ha pizzicato con la Merkel la dice lunga sul reale stato delle cose". E ancora: "Qui Salvini e Di Maio battono i pugni, ma poi al tavolo con Macron si ritrova lui, mica loro...".Preoccupazione anche dal Colle. Fonti qualificate del Quirinale sottolineano che l'auspicio del capo dello Stato, rientrato a Roma dalla visita in Angola, è che si ristabilisca immediatamente un clima di fiducia con i Paesi amici e alleati. Un obiettivo che richiede la considerazione dei reciproci interessi nazionali e il pieno rispetto delle dinamiche istituzionali di ciascun Paese. Mattarella, ribadiscono le stesse fonti, sostiene quindi con forza la necessità di difendere e preservare i consolidati e preziosi rapporti di amicizia e collaborazione con la Francia.