BRUXELLES. La Commissione europea «sta lavorando per riaprire i negoziati con la Grecia». Lo afferma il presidente dell'esecutivo Ue, Jean-Claude Juncker, in audizione al Parlamento europeo a Strasburgo dopo la vittoria del 'no' al referendum in Grecia. L'Unione europea «è sempre il luogo del compromesso. E questo è l'obiettivo della Commissione europea», ha aggiunto sottolineando che l'opzione di una Grexit, l'uscita della Grecia dall'area euro, «deve essere evitata. Io sono contrario e cercherò fino alla fine di evitarla». «La Grecia è una grande nazione e buttarla fuori dall'area euro o dalle Ue non è una cosa che vogliamo o dovremmo volere. Ma ora dobbiamo affrontare la situazione», ha aggiunto.

«L'Unione europea e la Commissione sono pronte a fare di tutto per arrivare in un arco di tempo ragionevole a un accordo» con la Grecia, ha affermato inoltre Juncker durante l'audizione. Anche se subito dopo ha però raffreddato le aspettative che si possa arrivare a un'intesa sul piano di riforme di Atene già all'Eurogruppo e all'Eurosummit di oggi. «Dobbiamo trovare una soluzione e oggi cerchiamo di mettere ordine, di ristabilire la fiducia, di riaprire il dialogo e di comprendere le posizioni reciproche». In particolare, ha aggiunto, «la palla ora è nel campo greco. Il governo greco deve spiegare come districarci da questa situazione».

«Rispetto il voto del popolo greco - ha detto ancora Juncker - I cittadini greci hanno votato, ma vorrei capire cosa hanno capito, perché è stato chiesto loro di esprimersi su una cosa inesistente». «Dobbiamo veramente capire il voto del popolo greco, che ha votato 'no' a maggioranza su un testo che non è più sul tavolo», ha aggiunto riferendosi all'ultima proposta dei creditori sul piano di riforme di Atene che però è scaduta il 30 giugno assieme al programma di salvataggio. Per il presidente dell'esecutivo Ue «la domanda del referendum era irrilevante», ma «non è stato un 'no' al'Europa e all'euro e sicuramente non al documento. E allora il governo greco ci deve spiegare il senso di questo voto».

Tutte le 19 democrazie dell'area euro meritano lo stesso rispetto e «nessuna vale più delle altre», ha sottolineato il presidente della Commissione Ue. Occuparsi della situazione greca non deve voler dire «dimenticare le condizioni e la realtà quotidiani dei cittadini degli altri Paesi europei. Anche negli altri Paesi c'è una disoccupazione elevata, salari minimi inferiori a quelli greci e livelli di vita più bassi. Bisogna guardare tutta la realtà e non farsi tentare dalla demagogia e dal populismo». Per questo, ha continuato, «faremo di tutto per aiutare i cittadini greci, di cui molti si trovano in miseria, ma senza dimenticare il resto d'Europa».

In ogni caso per la delegazione greca «è stato un grave errore uscire dai negoziati» in corso con le istituzioni creditrici e dopo la vittoria del 'no' al referendum in Grecia «non troveremo la soluzione in una notte». «Oggi non troveremo una soluzione», ha ribadito Juncker, che ha definito «inaccetabile che la Commissione sia stata definita terroristica dalle autorità greche. Non è questa l'Europa che vogliamo».

Dijsselbloem: «Situazione difficile, speriamo in proposte credibili». La situazione delle trattative dopo la vittoria del 'no' al referendum in Grecia è «molto difficile. Aspettiamo le nuove proposte del governo greco. Speriamo che ci siano, vediamo se sono credibili e se c'è una via d'uscita». Così il presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, entrando alla riunione dei ministri delle Finanze. «Faremo tutto quanto sarà necessario per difendere la stabilità dell'area euro» ha detto Dijsselbloem, che ha avuto un incontro bilaterale con il neo ministro greco delle Finanze, Euclid Tsakalotos.

Schaeuble: «Impossibile aiutarla in area euro senza programma». Il ministro tedesco delle Finanze, Wolfgang Schaeuble, ha ricordato che il programma di salvataggio della Grecia «è scaduto da una settimana e dopo il referendum aspettiamo le nuove proposte. Il governo greco ha combattuto per non avere un programma, ma senza non possiamo aiutare la Grecia all'interno dell'eurozona».

Secondo il giornale tedesco Süddeutsche Zeitung, che ha potuto visionare il documento, la nuova proposta greca all'Eurogruppo è sostanzialmente simile al cosiddetto "Piano Juncker", rifiutato dai cittadini nel referendum di domenica. Nella nuova proposta, il governo di Alexis Tsipras manterrebbe gli sgravi fiscali per le isole e lascerebbe l'Iva per i ristoranti al 13%. Inoltre, vi sarebbero dei tagli limitati alle spese per la difesa.

Padoan: «Spirito costruttivo per arrivare ad accordo». L'Italia arriva all'Eurogruppo sulla Grecia, ha spiegato il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, «con spirito costruttivo per cercare di trovare un accordo. Naturalmente molto dipende da come si porrà il governo greco e spero che si ponga con spirito costruttivo. Staremo a sentire le richieste specifiche e gli impegni che la Grecia si vuole prendere», ha aggiunto.

Valls: «Uscita da zona euro sarebbe rischio per economia mondiale». La Francia è «convinta» che non si possa correre «il rischio di un'uscita della Grecia dalla zona euro». Lo ha affermato il primo ministro francese Manuel Valls, intervistato da Rtl, sottolineando come l'eventuale uscita della Grecia avrebbe delle conseguenze sulla «crescita e l'economia mondiale». La Francia, ha assicurato Valls, «fa e farà di tutto perché la Grecia resti nella zona euro». «Le basi di un accordo» per il salvataggio finanziario della Grecia «esistono», ha aggiunto il premier francese, assicurando che per la Francia non ci sono «tabù» sulla ristrutturazione del debito pubblico greco. In merito alla riunione di ieri tra il presidente francese Hollande e la cancelliera tedesca Merkel, Valls ha ricordato le parole dell'incontro: «Solidarietà e responsabilità». I due leader, ha detto il premier, «hanno avuto delle parole forti» e hanno mostrato la loro «solidarietà».