E' iniziata questa mattina, per ordine dei medici e contro il volere degli anziani genitori, l'interruzione delle cure palliative per Vincent Lambert, in stato vegetativo cronico e con danni cerebrali irreversibili da più di dieci anni. I genitori di Vincent, Pierre, che ha 90 anni, e Viviane, che ne ha 73, hanno presentato tre ricorsi. In favore della fine delle cure palliative sono invece, già dal 2013, la moglie Rachel, il nipote Francois, e i cinque fratelli e sorelle.

Vincent Sanchez, il primario del reparto di cure palliative e cerebrolesi del Policlinico universitario di Reims in cui Lambert è ricoverato, aveva comunicato alla famiglia già lo scorso dieci maggio la decisione di sospendere a partire da questa settimana nutrizione e idratazione artificiali, dopo il nuovo pronunciamento in questo senso del Consiglio di stato lo scorso aprile.

COSA PREVEDE LA LEGGE FRANCESE - Gli avvocati dei genitori hanno chiesto anche provvedimenti disciplinari nei confronti di Sanchez. Ma la legge Claeys-Leonetti varata in Francia nel 2016 che proibisce l'eutanasia e il suicidio assistito, prevede l'interruzione delle cure per il mantenimento artificialmente in vita di un paziente in caso di accanimento terapeutico, contro il volere del paziente o in seguito a una "decisione collegiale" (la moglie Rachel ha testimoniato pià volte di fronte al Consiglio di stato che il proseguimento delle cure sarebbe stato contro la volontà del marito). La legge prevede anche che, oltre alle procedure per la fine delle cure palliative, sia garantita una sedazione "controllata, profonda e continua" e la somministrazione di analgesici "per precauzione.

LA STORIA DI LAMBERT - Lambert, che lavorava come infermiere in psichiatria all'ospedale di Chalons en Champagne è rimasto vittima di un incidente stradale nel 2008 in cui ha riportato danni cerebrali giudicati irreversibili e si trova in stato vegetativo cronico. La fine dell'alimentazione e dell'idratazione, porterà a una insufficienza renale e quindi la morte. Ma non significa che morirà di sete, spiega in una intervista a Le Figaro, Bernard Devalois, specialista di cure palliative alla Maison de Sante di Bordeaux. Verrà idratato dalla bocca, così da non sentire la sensazione della sete.

LE PROTESTE - Di fronte all'ospedale ieri si sono radunate ieri duecento persone, per protestare contro quella che il fratellastro di Vincent, David Philippon denuncia come la "prima eutanasia legale" in Francia. "Vincent non è in fin di vita. Ha delle reazioni", insiste la mamma, Viviane. "Quando ha visto i suoi genitori, venuti a trovarlo per informarlo della decisione, si è messo a piangere. Sente quello che gli accade intorno", ha aggiunto il fratellastro che sostiene, insieme a una sorella, la posizione dei genitori, cattolici, dell'organizzazione fondamentalista "Fraternité sacerdotale Saint-Pie-X".

IL PRECEDENTE - Nel 2013 erano già stati interrotte le cure artificiali di Lambert che erano tuttavia state riprese dopo 31 giorni per ordine di un tribunale amministrativo su richiesta dei genitori di Vincent, ancora in vita dopo cos' tanto tempo solo perché i medici continuavano a somministrargli 200 millilitri di soluzione idratante al giorno.

Il Comitato per i diritti delle persone con handicap dell'Onu ha chiesto nei giorni scorsi il proseguimento delle cure in attesa dell'esito di un esame più accurato della vicenda. Sabato, gli avvocati della famiglia hanno scritto al presidente Macron denunciando un "reato di stato commesso con un colpo di mano contro lo stato di diritto".