Il sedicente Stato Islamico ha rivendicato l'attentato sferrato questa mattina contro la sede di Save the Children a Jalalabad, in Afghanistan, quando un attentatore suicida si è fatto saltare in aria davanti all'edificio. Attraverso l'organo di propaganda jihadista Amaq, l'Isis ha diffuso un comunicato nel quale si afferma che «tre martiri hanno preso parte all'attacco contro fondazioni britanniche e svedesi e contro istituzioni governative afghane». Oltre all'organizzazione britannica Save the Children, il riferimento è al “Comitato svedese" per gli affari umanitari e all'ufficio del ministero afghano per le Donne che si trovano nelle vicinanze.

Nell'attacco sarebbero rimaste ferite almeno quattro persone. Tra le vittime, stando a quanto riferito dall'agenzia di stampa Dpa che cita il portavoce del governatore della provincia di Nangarhar, Attaullah Khoghyani, ci sarebbero un civile e un agente delle forze di sicurezza afghane e due assalitori. Altre 12 persone, ha aggiunto il portavoce, sono rimaste ferite e nove sono già state assistite e dimesse in mattinata. Inamullah Miakhel, portavoce del dipartimento della Salute di Nangarhar, ha però fornito un bilancio diverso, confermando la morte di una persona e il ferimento di altre 14.

L'ATTACCO. Secondo quanto riferito dal governatore della provincia di Nangarhar, Attaullah Khoghyani, l'attacco a Save the Children sarebbe avvenuto intorno alle 9 del mattino locali, quando un attentatore suicida si è fatto saltare in aria davanti all'edificio, coinvolgendo anche alcune macchine parcheggiate. Dopo l'attentato, uomini armati hanno fatto irruzione nell'edificio e hanno aperto il fuoco.

«Quando gli assalitori armati hanno fatto irruzione, i componenti dello staff sono scappati attraverso le finestre dello stabile. Siamo in ansia e c'è tanta preoccupazione, le notizie sono frammentarie e contraddittorie, non sappiamo se l'attacco sia ancora in corso», dice all'AdnKronos Filippo Ungaro, direttore della Comunicazione di Save The Children. Al momento dell'attacco «nell'edificio c'erano circa 20 persone, siamo quasi certi che non siano stati coinvolti operatori italiani», aggiunge.

SAVE THE CHILDREN. Intanto Save the Children ha temporaneamente sospeso tutti i programmi in Afghanistan e chiuso tutti gli uffici. «Ci impegniamo a riprendere le nostre operazioni e il nostro lavoro per salvare vite umane il più rapidamente possibile, non appena ci verrà assicurata la possibilità di operare in maniera sicura», hanno annunciato in una nota. Questa mattina i membri dell'organizzazione umanitaria si erano detti «devastati dalla notizia dell'attacco» e avevano espresso «preoccupazione» per la «sicurezza del nostro staff».

Le forze di sicurezza afghane hanno tratto in salvo 46 membri dello staff intrappolati nei loro uffici di Jalalabad. Lo riferisce l'agenzia di stampa Dpa che cita il portavoce del governatore della provincia di Nangarhar, Attaullah Khoghyani, secondo cui il gruppo è stato tratto in salvo durante la battaglia in corso all'interno dell'edificio.

Save the Children lavora in Afghanistan dal 1976 in 16 delle 34 province del Paese. L'Organizzazione realizza progetti per la protezione dell'infanzia, progetti di educazione, salute e nutrizione, interventi per contrastare e prevenire la povertà delle famiglie e dei bambini, e di risposta alle emergenze, grazie ai quali raggiungiamo oltre 700.000 bambini.