ROMA. L'unità di crisi della Farnesina è riuscita ad individuare in queste ore anche gli ultimi italiani segnalati e non ancora rintracciati dopo il terremoto in Nepal. Lo rende noto un comunicato del ministero degli Esteri, sottolineando che il monitoraggio costante della situazione da parte dell’Unità di Crisi, dell’ambasciata a New Delhi e del Consolato generale a Calcutta continua comunque, per far fronte a ogni evenienza. Le salme di Oskar Piazza e di Gigliola Mancinelli sono giunte in Italia ieri sera, mentre continuano le ricerche dei corpi di Marco Pojer e Renzo Benedetti. Personale dell’unità di crisi e della Protezione civile sono partiti ieri notte al fine di seguire l’attività di ricerca e recupero dei corpi dei due connazionali. Intanto le squadre straniere di ricerca e soccorso hanno iniziato a lasciare il Nepal a dieci giorni dal sisma, mentre il bilancio delle vittime sale a oltre 7500 morti, fra cui 57 stranieri. Abbiamo chiesto loro di partire ieri sera e «molte squadre se ne sono già andate» - ha detto il portavoce del ministero degli Interni nepalese, Laxmi Dhakal - «se sono in grado di rimuovere le macerie possono rimanere. Altrimenti c'è poca speranza di trovare altri sopravvissuti».

Lo sforzo si concentra ora nel portare cibo e tende nelle zone più remote dove gli aiuti non sono arrivati. «Speriamo di ricevere 100mila tende», afferma il portavoce. Sono 34 i paesi che avevano inviato squadre di ricerca e soccorso in Nepal dopo il sisma di magnitudo 7.8. Altre squadre, fra cui quelle con gli elicotteri, rimarranno nel Paese per portare aiuto ai sopravvissuti. Alcuni villaggi nella regione di Sindhupalchowk, la più colpita, non hanno ricevuto ancora niente. «Nella nostra area c'erano 800 case, ne sono rimaste in piedi quattro. Abbiamo un disperato bisogno di tende», afferma Jit Bahadur Tamang un abitante del villaggio di from Karthali. Secondo i dati ufficiali, sono ancora 112 gli stranieri di cui non si ha più notizia. Ma altre fonti parlano di centinaia di persone. «Secondo i nostri registri fra il 15 e il 25 aprile vi erano 558 turisti nella regione di Langtang. Alcuni sono stati soccorsi, ma stiamo ancora verificando i numeri», afferma Ramesh Adhikari, capo del Nepal Tourism Board.