M5S, Di Maio si rifugia nella piattaforma Rousseau
Domani il voto, i campani spaccati. Sibilia: «Deve restare». Nugnes: «È la tomba di ogni tentativo di revisione»
di Redazione
Mer 29 Mag 2019 15:00
ROMA. Luigi Di Maio chiede di mettere al voto degli iscritti su Rousseau il suo ruolo di capo politico, a poche ore dall'assemblea dei parlamentari che, alle 20,30, riunirà i gruppi di Camera e Senato del Movimento 5 Stelle. Ma anche questo crea qualche scontento: «Troppa fretta, questo è il momento della riflessione», dice qualcuno. La decisione del grande sconfitto alle elezioni europee provoca reazioni anche tra i parlamentari campani. L'irpino Carlo Sibilia, sottosegretario all'Interno, è chiaro: «ll risultato del Movimento 5 Stelle alle ultime Europee non è imputabile a Luigi Di Maio, che si è speso come un dannato pur dovendo ricoprire molteplici ruoli che ha ricoperto con serietà e successo». Tranchant, invece, la napoletana Paola Nugnes: «Se su Luigi hanno investito quasi 50 mila euro solo tra marzo e maggio, solo per sponsorizzazioni Facebook... se Rousseau serve solo a ratificare e a controllare il consenso... questa scelta è la tomba di ogni tentativo di revisione. Sono stata tentata al pensiero di venire stasera alla congiunta, ma a questo punto ritengo davvero di aver già dato troppo a 'questo' M5S». Enigmatico il presidente della Camera, Roberto Fico: «Stasera c'è una riunione dei gruppi parlamentari. Parlerò in riunione». Il tutto dopo che il senatore Gianluigi Paragone, in un'intervista al 'Corriere della Sera', aveva detto a chiare lettere che «abbiamo perso tutti, anche io. Ma il M5S è passato dal noi all'io. Finché si scriveva con la minuscola, l'io andava anche bene. Ma si è cominciato a scriverlo con la maiuscola. Se vuoi fare Superman, devi dimostrare di esserlo. A 32 anni non puoi fare il capo della prima forza del Paese, il vicepremier, il ministro dello Sviluppo economico e il ministro del Lavoro». Poi puntualizza poco dopo: «Dopo il titolo di oggi in un'intervista al 'Corriere della Sera', in cui il titolo riprende una frase che nell'intervista non c'è, e siccome io non voglio passare per traditore, consegnerò le dimissioni da parlamentare, sarà lui a decidere che cosa farne».
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