Diventano un caso le parole del presidente del Consiglio Giuseppe Conte su Piersanti Mattarella, il fratello del Presidente della Repubblica ucciso dalla mafia nel 1980. Il premier, durante il suo intervento ieri in Aula alla Camera per la fiducia, ha voluto esprimere la sua solidarietà al capo dello Stato Sergio Mattarella per le offese via social, che hanno coinvolto anche il fratello Piersanti, ricevute dal presidente del Consiglio dopo il fallimento del primo tentativo di dar vita a un governo 5 Stelle-Lega. Le parole d Conte però hanno sollevato dure critiche dal Pd e in particolare da Graziano Delrio. Ecco cosa è successo:

COSA HA DETTO CONTE - Parlando alla Camera, il premier, dopo aver ringraziato il Capo dello Stato per quanto fatto nelle settimane scorse, ha detto: "Una delle cose che più mi ha addolorato" nei giorni che hanno preceduto la formazione del governo "è l'attacco sui social a un congiunto" del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. "Ecco, questa è la cosa - ha aggiunto - che più mi è spiaciuta".

FURIA DELRIO - Il fatto che Conte abbia fatto riferimento al fratello del Capo dello Stato ucciso dalla mafia senza pronunciarne direttamente il nome ha scatenato l'ira di Graziano Delrio. "Piersanti, si chiamava Piersanti", ha gridato il capogruppo del Pd alla Camera nel suo intervento in Aula tra la standing ovation dei deputati dem. A rispondere alle accuse di Delrio ci ha pensato Francesco D'Uva, neo capogruppo del M5S, che ha sottolineato: "E' meschino strumentalizzare i nomi delle vittime delle mafia per strappare applausi in quest'Aula". Oggi, ai microfoni di Circo Massimo su Radio Capital, l'ex ministro è tornato sulle parole di Conte. Le libertà, i diritti conquistati "li dobbiamo a uomini e donne che hanno fatto la Resistenza, che sono stati vittime della criminalità organizzata. Essere generici con delle scuse generiche, in quell'Aula - ha detto Delrio -, non poteva essere tollerato. Se dimentichiamo chi ci ha preceduto forse non avremo un grande futuro".

CHI ERA PIERSANTI MATTARELLA- Il Presidente della Regione siciliana Piersanti Mattarella è stato assassinato a Palermo il 6 gennaio 1980 di fronte alla famiglia, mentre tornava dalla messa dell'Epifania. Il percorso processuale ha portato alla condanna all'ergastolo dell'intera cupola di Cosa Nostra ma non si è mai fatta pienamente luce sui misteri di questo delitto politico che ha sconvolto l'Italia.