PONTIDA. «Dopo aver dato vita al nuovo Statuto ieri, ho letto oggi che abbiamo dato vita ad una Lega nazionale. Pensate che io ho un nonno che a Bergamo ha fondato un movimento con il motto 'Bergamo nazione tutto il resto è meridione' e mi taglio una mano piuttosto che fare uno Statuto nazionale e centralista. La Lega ha sempre una sola finalità che è l'indipendenza della Padania». Così il vicepresidente del Senato e responsabile organizzativo della Lega Nord, Roberto Calderoli nel suo intervento dal palco di Pontida.

 

Le ruspe e i nuovi 'leghisti' provenienti dal sud sono i protagonisti del raduno di Pontida di quest'anno. Tra i numerosi striscioni presenti, spiccano quelli degli esponenti provenienti da Bari, Viterbo, Sabaudia, Nettuno, Matera e da Sicilia e Sardegna. Numerose poi le magliette in vendita e indossate dai leghisti rappresentanti le ruspe, diventate simbolo della campagna che il segretario federale della Lega, Matteo Salvini, ha lanciato contro i rom.

 

Superate le divisioni, i dissidi interni che hanno portato alle epurazioni torna a riempirsi, dopo anni, il tradizionale 'pratone' di Pontida per il raduno del popolo leghista. Quest'anno, infatti, con Matteo Salvini alla guida del movimento e dopo gli ultimi successi elettorali, il popolo della Lega ha risposto massicciamente al richiamo tanto da riempire in ogni suo spazio il prato. Un 'popolo' che ha accolto calorosamente l'arrivo di Salvini che ha voluto mescolarsi tra la gente, fare selfie e firmare autografi, riuscendo a stento a sottrarsi agli abbracci dei militanti.

«La ruspa per fare giustizia per i tanti errori commessi e io uso la ruspa contro Renzi e non qualcun altro, per far ripartire il lavoro», dice Salvini al suo arrivo sul prato di Pontida che da più di 25 anni ospita il tradizionale raduno leghista, riservando simbolicamente le ruspe presenti contro il premier Matteo Renzi e non i campi rom. Criticato anche dal leader storico Umberto Bossi proprio per l'uso che voleva fare delle ruspe, Salvini, alla domanda se il senatur debba essere ormai archiviato, risponde: «Noi non archiviamo nessuno, non pugnaliamo nessuno, siamo riconoscenti nei confronti di chi ci ha portato fino a qui a differenza di Renzi che se ne fotte di tutto e di tutti».

«Una Pontida al sud? Ci stiamo ragionando. Ci sono già proposte di località pronte ad accoglierci», annuncia Salvini.

«Una volta al governo non dirò più vaffanculo«, risponde il segretario a quanti gli fanno osservare che, una volta al governo come lui stesso auspica, debba per forza limitare il suo linguaggio, spesso colorito. «L'anno scorso - sottolinea - eravamo qui per ricostruire e ripartire, quest'anno siamo ripartiti e siamo qui per vincere. Abbiamo le idee chiare - aggiunge - e gli uomini giusti e quindi vogliamo prendere un voto in più di Renzi, andare al governo e cambiare le cose».

LA FIGLIA DI SALVINI CON LA MAGLIETTA 'RUSPE IN AZIONE' - Tra i tanti militanti della Lega Nord a Pontida, sul retro del palco, la figlia di Salvini Mirta corre e sgambetta con addosso una delle magliette in vendita nei gazebo, con la scritta 'Ruspe in azione'. Una maglietta che al momento è tra i gadget più venduti.

DA ROMA A PONTIDA - Marco e Alessandro raccontano all'Adnkronos la loro prima esperienza sul 'pratone' di Pontida, convinti che la Lega «possa arginare il fenomeno dell'immigrazione ormai incontrollata»: «Siamo partiti ieri alle 17 e 30 da Roma e siamo arrivati all'una di questa notte per incontrare Salvini e lo abbiamo visto e fatto i complimenti per quanto sta facendo, per la la lotta contro i clandestini, per la sicurezza e l'ordine».

«Faccio la guardia giurata a Roma - spiega Marco - e non ne posso proprio più di vedere quanto i i nomadi stanno combinando in città senza che si possa intervenire. Loro - sottolinea - sono assistiti da avvocati qualunque cosa facciano mentre noi, se interveniamo magari un po' bruscamente, veniamo denunciati e accusati di razzismo«.

Salvini, secondo i due «rappresenta ormai l'unico polo di attrazione che può frenare questa situazione. Non è che nessuno voglia gli immigrati -osserva ancora Marco- e che purtroppo sono finiti i soldi, anche per noi».

Aggirandosi tra i banchetti e i leghisti, i due non nascondendo il loro accento romano, si fanno immortalare con alcuni esponenti tra i più coloriti che stanno arrivando sul prato facendo loro i complimenti e ricevendo a loro volta pacche sulle spalle e inviti a bere un caffè. «Fino ad adesso ci siamo trovati benissimo, abbiamo ricevuto un'ottima ospitalità da parte di tutti e questo è il segno che Salvini non vuole dividere l'Italia, anzi è l'unico che forse riesce ad unirla».

Salvini, osservano «rispetto ai 'vecchi' come Bossi e Calderoli è riuscito a cambiare il movimento. Certo, bisogna rispettare i 'vecchi' come Bossi che ha il merito di aver creato la Lega però lui è il passato e adesso i problemi sono altri rispetto a quelli che ha affrontato lui all'inizio. Salvini -concludono- adesso non parla solo ai padani ma a tutti gli italiani di problemi che riguardano tutti».