"Non conviene insistere su temi su cui non siamo d'accordo, altrimenti mi devo convincere che si sta spingendo su un tema su cui non c'è accordo perché si vogliono creare tensioni nel governo. Non lo consiglio". L'aut aut sulla Tav di Di Maio a Salvini arriva forte e chiaro. Nel giorno in cui il leader leghista ha ribadito la fermezza sul fronte grandi opere - "Nessuno stop, ma un piano Marshall" - ma anche l'assoluta tenuta del governo, il capo politico del M5S entra ancora una volta a gamba tesa nel dibattito dettando le condizioni. "In questo governo ce lo siamo detti dall'inizio. Ci sono cose su cui siamo d'accordo e cose su cui non siamo d'accordo. Lavoriamo su quelle su cui siamo d'accordo", ha spiegato Di Maio a Ortona, aggiungendo: "Con 20 miliardi ci costruisci in Italia 2.500 scuole con criteri antisismici e tante nuove Tav". Inoltre, "se parliamo di ridimensionamento, parliamo di una supercazzola". Niente da fare, quindi, per il pentastellato, che insiste: "Si chiede a italiani e europei di mettere 20 miliardi di euro per un buco che deve collegare gli italiani con i francesi da Torino a Lione, mentre ci sono italiani che non sono collegati con altri italiani sul territorio nazionale", ha aggiunto, ricordando che in Abruzzo "i cittadini impiegano anche sei ore per raggiungere Roma da Pescara".

Eppure stamane, prima in un'intervista al Messaggero e Mattino, poi sui palchi nella trasferta abruzzese, Matteo Salvini aveva stemperato i toni garantendo agli astanti la solidità di governo. "Con il buonsenso - spiega sicuro - un accordo si trova". Tav sì, scontro nella maggioranza no, insomma è in sintesi il pensiero del leghista, che in un comizio elettorale a Campli (Teramo), aveva nuovamente affrontato il tema: "Stiamo preparando un decreto per dimezzare i tempi dei cantieri, l'Italia ha bisogno di più opere", aveva detto, quando dal pubblico, con ovvio riferimento alla Tav, gli è stato gridato "non litigare con Di Maio!". La risposta? "Io non litigo con nessuno", ha detto, ma aggiungendo che "se qualcuno ha scavato 25 chilometri di galleria è più utile finirla o lasciarla così? Per capirlo non serve una laurea al Politecnico". E la tenuta del governo era stata fra le prime preoccupazioni di Salvini: "La mia parola - ha continuato dal palco di Sant'Egidio alla Vibrata - vale più di qualsiasi sondaggio. Non faccio cadere un governo per i sondaggi", respingendo così i consigli di chi gli faceva presente che se si andasse ora alle elezioni politiche, la Lega sarebbe il primo partito. Ma su un punto Salvini resta fermo: nessuno scambio tra Lega e M5S su Tav e autorizzazione a procedere al Senato contro Salvini per il caso Diciotti. "Non siamo al mercato. Questo è da vecchi governi, con vecchie regole, 'mi dai questo e in cambio ti do quest'altro'. Non ho bisogno di aiutini, faccio il ministro, blocco gli sbarchi, sveglio l'Europa, continuerò a farlo. Sulla Tav, aspettiamo i numeri", ha commentato al Tg5 dopo l'aut aut pentastellato.