Venerdì 14 dicembre 2018,  nel nuovo HUB culturale del Kestè di Napoli, Abbash,  incontro d’autore con Vincenzo Costantino, in arte CINASKI

Dopo le collaborazioni con Vinicio Capossela, Simone Cristicchi, Alessandro Mannarino, Folco Orselli, Francesco Arcuri, Cinaski presenta uno spettacolo accompagnato al piano da Mell Morccone, in un recital-concerto dove l'ispirazione della beat generation veste i panni delle musica e della poesia, dal titolo “Chi è senza peccato non ha un cazzo da raccontare”.

Si legge nel comunicato stampa: - Un recital di canzoni e letture a partire dalla raccolta poetica e dal primo disco di Vincenzo Costantino, mosso anche dagli strumenti suonati dal vivo. Sulla scia della beat generation, verso la fine del postmodernismo in una prospettiva poetica che rintraccia le modalità dello stand up theatre di matrice anglosassone come della slam poetry statunitense, un assolo del milanese Cinaski, poeta, narratore, reader e neo-comunicatore e cantore part-time. "Si tratta di un dialogo interiore attraverso il quale riesco a rendere pubblici i miei vizi, i miei peccati e a renderli condivisibili per riuscire a fare in modo che la parte oscura della vita di un uomo venga raccontata, che la persona venga raccontata. Non c’è sempre e solo la parte bella delle persone, a volte la parte brutta, la parte che ha fatto più male a chi l’ha vissuta o vista, la parte viziata da un certo tipo di modalità esistenziale, può essere edificante, illuminante, nel mio caso lo è stata. Non racconto i miei peccati, nella vita mi limito a viverli, a trasformarli in parole per fare in modo che mi educhino a compierne sempre di meno ma a compierne sempre per evitare la santificazione e contemporaneamente allontanarmi dalla dannazione praticando la contemplazione. Mi piace appendermi alle parole e vestire i sogni, anche quelli altrui e attraverso il sostegno delle parole la vestizione rende più sopportabile quello che la vita ti da,la fatica dell’esistenza, il male di vivere quando c’è, sia nel suo aspetto diabetico che in quello digestivo. L’uomo moderno è un eroe e bisogna esserlo per sopravvivere alla quotidianità, io mi limito a spiare la sua Epica e raccontarla. La vita nelle sue dinamiche e attraverso i suoi molteplici aspetti non è comprensibile a tutti, attraverso l’osservazione che giorno per giorno faccio camminando per la strada provo a tradurla quando ci riesco, e a renderla più potabile. La poesia è la cifra di questa potabilità, oggi più che mai".