<<Basta bruciare il frumento. Bisogna bruciare il danaro. Viva l’Italia>>: è  il monito che Giuseppe Z. lascia alla storia prima di essere giustiziato sulla sedia elettrica per avere attentato alla vita del presidente degli Stati Uniti d’America. Così cala il sipario  su “Giuseppe Z.”, testo e regia di Peppino Mazzotta, rappresentato, in prima nazionale, al Ridotto del Mercadante tra gli applausi convinti, prolungati e meritati del pubblico. Maiuscola l’interpretazione del protagonista Mazzotta e altrettanto bravi Marco Di Prima ( il compagno di cella), Salvatore D’Onofrio (il poliziotto) e Giulia Pica ( la compagna di Giuseppe Z.). La drammaturgia si ispira a un fatto realmente accaduto negli anni trenta. Giuseppe Zangara, calabrese di Ferruzzano, classe 1900, Il 15 febbraio del 1933 fu autore di un tentativo di assassinio ai danni di Franklin Delano Roosevelt a Miami, in Florida, durante il quale invece morì il sindaco di Chicago Anton J. Cermak.

Il testo del regista, l’attore braccio destro di Montalbano, dopo il momento dell’abbandono di Giuseppe da parte della sua compagna,  si sviluppa tutto sulla sua reclusione fino al momento  che precede la sua esecuzione capitale.Le scene sono di Grazia Iannino, i costumi di Marianna Carbone, il disegno luci di Cesare Accetta, le musiche di Ciro Riccardi. La produzione  è del Teatro Stabile di Napoli-Teatro Nazionale.

Mimmo Sica