Fresco di ritorno dagli Stati Uniti, Aurelio De Laurentiis torna a parlare. Come sempre non lo fa mai per caso, soprattutto quando fa chiarezza sul futuro di Maurizio Sarri: «Ha un contratto fino al 2020, poi è stata una mia scelta, sono stato io che l’ho portato a Napoli, mi sono preso gli improperi da parte dei tifosi perchè avevo portato lui a Napoli, ma poichè io ho le spalle molto grosse, ormai anche nel calcio dove non sapevo nulla mi sono fatto la mia esperienza, gli allenatori li ho sempre scelti io».

IL PRESIDENTE DEL NAPOLI, Aurelio De Laurentiis, a margine di una conferenza stampa a Roma, fa il punto sul futuro di Maurizio Sarri che finora ha rimandato qualsiasi discussione sul rinnovo. «I tifosi stessero tranquilli il Napoli non sarà mai messo in condizione di ritornare in serie B come è successo nel passato con precedenti presidenti. Il problema è duplice: ci sarà qualcuno che verrà a rompere le scatole? Accetterà Sarri? Queste sono domande che andranno fatte a lui, non a me. Noi il rinnovo lo abbiamo già proposto quando ci siamo incontrati in Toscana. Lui sa perfettamente come la penso, ha tutta la mia stima, quando vorrà firmare con eventuali sue richieste, perchè noi siamo sempre democraticamente disponibili al negoziato e alla discussione, noi siamo qui. Perchè devo andarlo a disturbare quando è concentrato a preparare una partita contro il Milan o contro l’Udinese? Credo che il problema sia importantissimo ma di secondaria importanza rispetto alle partite. Poi io sono sempre disponibile 24 ore su 24».

A CHI GLI CHIEDEVA se ci fosse un piano B ha spiegato: «Io sono fatalista, perchè devo pensare ai piani B, C o D? Poi secondo me ci sono solo piani A, non ci sono piani B. Già la parola B...». rispondendo così a chi gli chiedeva se avesse un piano di riserve in caso di addio di Sarri. Per quanto riguarda il format della Champions, De Laurentiis torna a parlare di Superlega. «Io rimpianti non ne ho mai, sono contento di aver partecipato. Bisognerebbe, però, rivedere il sorteggio monegasco quando fanno gli abbinamenti, perchè capitare con il Real Madrid in prima battuta e capitarci al quarti di finale è ben altra cosa. Il percorso diventa più complicato. Bisognerebbe stabilire che le partite siano di meno, le squadre che competono nella Champions League siano di meno e che tutti si giochi contro tutti, come se fosse un campionato parallelo europeo, una specie di Superlega. La Uefa fa orecchie da mercante da anni, anche se adesso c’è un presidente molto intelligente e preparato, se riusciremo a convincerlo di modificare la Champions League bene, altrimenti noi come società dei club europei dovremmo creare un campionato alternativo a livello europeo».