Non si è dato pace Maurizio Sarri, tarantolato in panchina, specie nel primo tempo, quando il suo Napoli è clamorosamente mancato. Un approccio timido, una squadra con il freno a mano tirato che forse ha sentito troppo il peso del match. Da qui è nata la differenza con la Juventus, più abile nell’interpretare le partite decisive, quelle in cui il margine di errore va ridotto ai minimi termini. L’ha spuntata Allegri, attraverso un’organizzazione difensiva praticamente perfetta, sufficiente per difendere il vantaggio acquisito dopo dodici minuti di gioco. Il muro contro muro non ha prodotto nulla, se non un superfluo dominio nel possesso palla, mai come ieri improduttivo, a tratti irritante per l’incapacità di affondare il colpo. A preoccupare, ora, sono le conseguenze: il Napoli è ancora primo ma perdere uno scontro diretto (in casa) può voler dire tanto in termini di fiducia e autostima. Dovrà lavorarci Sarri, deluso dal risultato, consapevole della scarsa brillantezza degli uomini chiave ma rinfrancato (in parte) dalla prestazione offerta nel secondo tempo:

Come va letta questa sconfitta?
«Il dato sulla supremazia territoriale è di 78% maggiore rispetto a quello contro il Benevento. Se abbiamo avuto questa forza vuol dire che abbiamo macinato gioco. In realtà paghiamo la minor brillantezza dei nostri giocatori offensivi che non ci permette di concretizzare Non è che abbiamo molti cambi davanti e neanche la possibilità di giocare diversamente nei minuti finali. Alla Juventus abbiamo concesso solo due- tre ripartenze. Sono triste per il popolo napoletano per la sconfitta ed anche perché speravo di morire prima di vedere un Napoli-Juventus con neri contro gialli».

C’è il rischio di un contraccolpo psicologico?
«Non sono da temere grandi ripercussioni. Ho fatto i complimenti ai ragazzi per la prestazione globale, non si può pretendere di più del tenere per 78 minuti la Juventus sotto. E’ inutile piangersi addosso».

A questo punto, cambia qualcosa nella corsa allo scudetto?
«Le altre sono tutte società più forti di noi, è normale che siamo tutte lì. Il Napoli non può pensare di partire per vincere lo scudetto. Abbiamo perso la prima in campionato dopo 9 mesi anche se sappiamo di avere qualche problema in qualche zona del campo».

La squadra ha risentito della grande attesa legata al match?
«La sensazione di una squadra troppo nervosa non l'ho avuta né stamane (ieri, ndr) né nello spogliatoio. Nelle ultime partite abbiamo sempre avuto bisogno di carburare, stavolta abbiamo preso questa ripartenza, Higuain è un fenomeno in queste situazioni. Loro hanno novanta milioni in meno, ma tre punti in più perché lui è un fenomeno».

Insigne come sta?
«Non stava bene, ma vista la situazione in campo avere tiratori da fuori come Zielinski e Insigne poteva essere importante. L'ho tenuto dentro qualche minuto in più per questo motivo. Era in difficoltà, ma mi serviva il tiratore».

Higuaìn è stato oggetto, ancora una volta, di cori piuttosto pesanti: cosa pensa Sarri a riguardo?
«Coi tifosi napoletani sono quasi sempre d'accordo ma in questo caso c'è stata una squadra che ha pagato la clausola prevista dal suo contratto. Fin quando è stato con noi ha fatto bene. Se l’avessimo avuto ancora noi avremmo vinto uno a zero».