Nello storico “largo di palazzo”, lì dove il popolo incontrava lo sguardo del Re, nella piazza della città per eccellenza e alla città restituita in tutta la sua funzione sociale, il 12 maggio, si è svolta la suggestiva esibizione degli allievi di Taekwondo della Associazione dilettantistica il Falko, il cui direttore tecnico è Gianluca Amato.

E così, nell’ambito della maratona Caracciolo Gold Run (in uno con la Walk of Life, la maratona partenopea organizzata a sostegno della ricerca scientifica sulle malattie genetiche rare), sotto un caldo sole di mezzogiorno, come nella migliore tradizione cinematografica, Valerio De Pari, Emanuele Gallo, Francesca Manuguerra, Guido Marino, Fabrizio Buono, Eugenio Candela, Vittorio Nocera, Andrea Sica, Enrico Pastore, Vincenzo La Daga, Vito De Luise e Alfredo Spina, guidati dal loro maestro Gianluca Amato, IV DAN e tecnico FITA (federazione italiana Taekwondo) hanno onorato, con combattimenti, forme e dimostrazioni di tecnica, l’antica arte marziale coreana del Taekwondo.

La bellezza del tutto è stata esaltata dalla giovanissima età degli atleti, compresa tra i cinque e gli undici anni, che ha stigmatizzato l’importanza e l’opportunità di instradare, fin da bambini, la cultura dello sport, sia come disciplina fisica che comportamentale.

A chiusura dell’esibizione, un combattimento dimostrativo tra Vincenzo Gallo, cintura nera I DAN, medaglia di bronzo ai campionati assoluti italiani di Taekwondo FITA, medaglia d’argento agli Internazionali Italia Insubria Cup, campione italiano di Kick Boxing e atleta della Nazionale Italiana che difenderà i colori azzurri ai campionati mondiali che si terranno a Iesolo, e Guido Marino, medaglia d’oro all’Open di Napoli di Taekwondo e medaglia di bronzo agli Internazionali Italia Insubria Cup; entrambi allievi del maestro Amato sin dall’infanzia.

Oggi, in occasione di un importate evento sportivo ma soprattutto umanitario, abbiamo avuto l’opportunità di dimostrare la nostra disciplina olimpica: il Taekwondo  - commenta Gianluca Amato - un’arte marziale che per me è stata come allievo, e ora è da maestro, uno stile di vita basato sui suoi cinque principi: cortesia, integrità, autocontrollo, perseveranza e spirito indomito; principi, questi, che da subito ho riconosciuto e sentito come miei, non solo in relazione al Taekwondo stesso, ma principalmente come punti saldi su cui costruire la mia quotidianità, nei rapporti sociali e familiari. Il dobok, che è la divisa ufficiale, è una seconda pelle che continuo a “indossare” anche quando sono in “borghese” - aggiunge sorridendo Amato - A Roma, dal primo al tre giugno, si terrà il “Grand Prix” di Taekwondo, massimo torneo di qualificazione olimpica, per la prima volta ospite in Italia e traguardo importante, anche in termini di visibilità, per il nostro paese e la nostra federazione, e che tornerà in Italia nel 2019, dove spero di partecipare con Vincenzo Gallo”.    

In un’epoca in cui lo sport, troppo spesso, si confonde con il mero spettacolo, perseguendo fini commerciali o prettamente “estetici”, è indubbiamente rassicurante constatare che esistono e resistono realtà e discipline sportive fondate su giusti e sani principi, capaci ancora di essere portatrici di valori e strumenti di crescita, non solo per il corpo, ma anche per il carattere, la mente e lo spirito dell’uomo atleta.

MS