Bello vincere in Italia Ma conta pure l’Europa
M’è scappato di dire, tempo fa, che il campionato italiano, con le duellanti Napoli e Juve in zona scudetto - sempre loro da anni, con rabbia e passione fa pensare a quello spagnolo, dominato eternamente (fa eccezione questa stagione) da Barcellona e Real. Dovevo precisare: si atteggia, cerca di imitare, riproduce in miniatura una sfida storica che ha risonanza planetaria. Checché ne pensino i tifosi autarchici, un torneo fascinoso dà spettacolo quando la sua bellezza tracima dal cortile di casa e investe l’Europa. E dall’Europa il mondo. Nonostante i lodevoli tentativi della Juve, due volte finalista, da cinque anni la Champions è in mano alle due spagnole, tre volte al Real Madrid da quando lo ha risvegliato Carlo Ancelotti. Da pochi giorni è cominciata la fase più interessante del torneo, agli ottavi s’è presentata la Juventus, onestamente piena di speranze, ha messo sotto il Tottenham con Higuaín eppoi s’è fatta riprendere e il ritorno pretenderebbe un’impresa bianconera quasi impossibile; qualcuno ha accusato il Pipita di aver bruciato la vittoria sbagliando un calcio di rigore: l’ingratitudine è senza confini. La bravura di Kane & C ha spento il sorriso sulle labbra dei battutisti. Nello stesso tempo, il Real subiva l’affronto del PSG miliardario che osava opporre Neymar a Ronaldo, ma Zidane riusciva con due mosse a ribaltare la situazione. Il Barcellona vedremo domani sera cosa saprà fare contro il Chelsea, sarà sicuramente una partitissima, non una mesta cerimonia come quella andata in onda al San Paolo in Europa League con il Napoli felice di arrendersi ai ragazzi del Lipsia, novità del calcio tedesco, dopo aver buttato la Champions. Perché cosí vanno le cose - magari col supporto entusiastico dei tifosi - quando si sposa l’autarchia. E dire che ricordo bene De Laurentiis reclamizzare il suo giusto desiderio di primeggiare anche in Europa, e oltre. È tale la voglia di scudetto, a Napoli, che si perde il senso della realtà calcistica, dominata dalla vittoria, sempre e dovunque e comunque. Il dato curioso è che di spirito autarchico soffre anche la Juventus, impegnata a conquistare il settimo scudetto consecutivo, desiderato dal Club più di ogni altra cosa nonostante i tifosi siano affamati di Champions. La necessaria riforma del nostro calcio dovrebbe partire dalla modifica di una mentalità casereccia. Leggo che sta per essere teletrasmesso un documentario a puntate sulle imprese della Juve, accompagnate da uno slogan - “l’obiettivo è non essere mai soddisfatti di quello che si fa” - meno impegnativo del bonipertiano “vincere non è importante: è l’unica cosa che conta”. Tanto di cappello. Ma volete mettere quante vittorie mondiali in più ci sarebbero in analoghi film dedicati a Milan e Inter? Si spera che i cinesi lo capiscano. Ma in attesa del risveglio di Milano ci si augura che anche Juve e Napoli - pur con una forte differenza sul piano nazionale - s’innamorino anche dell’Europa.