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Bravi a vincere senza strafare

Opinionista: 

Caro Napoli, caro Sarri: cosí si gioca. Cosí si vince. Cosí si arriva come falchi alle spalle della Roma umiliata dalla Lazio, spompata e come pronta agli addii di Spalletti e Totti. Cosí si gioca, cosí si vince. Col fare. Senza strafare. Picchiando sodo all’attacco finché trovi il Nagatomo della festa e il Callejon prezioso, gioia degli occhi e dei gol, che affonda l’Inter operosa operaia senza splendore. Cosí si gioca. Cosí si vince: difendendo il gol con abnegazione, senza paura, mostrando l’esistenza di una intenzione seria di arrivare in fondo senza brividi, muovendo le pedine della panchina con saggia prudenza e tuttavia senza nascondere le buone intenzioni di raddoppiare con Milik giovandosi anche di Rog, sicuro sul campo come un veterano. È il momento di rendere giustizia ai panchinari che valgono i titolari. Chissà perché quelli della Juve sono sempre campioni, quelli del Napoli aspiranti al successo. Ma niente polemiche, contenti di un gol cosí, originato da un Insigne che si muove da padrone del campo, sollecito sulla sua fascia a terrorizzare gli avversari, pronto a dar mano alla difesa che di lui si giova per riprendere la danza in contropiede, ora fulmineamente, ora intessendo una ragnatela di passaggi calibrati che ubriacano i nerazzurri. Cosí si gioca, cosí si vince: esibendo le famose giocate che il Napoli ha ormai assorbito come una cultura ignota ai più, spaventando i generosi tifosi della Beneamata con un primo tempo formalmente accademico, scambi veloci senza respiro, finché si concretizza il risultato; eppoi tornando in campo più sornioni, per vedere l’effetto che fa ai vuoti cursori di Pioli mai davvero pericolosi, tuttaviamancando prr eccesso di generosità un altro paio di gol. Giri e rigiri, rimandi le immagini alla moviola del ricordo, non trovi un momento di paura, neanche quando all’inizio Hamsik sbaglia tre/quattro tocchi finché trova l’occasione di un gol di testa “alla bolognese”. Al capitano nessuno fa pesare quei minuti di smarrimento, la squadra va avanti a forza di solidarietà: vi sembrerà poco, ai tempi di Mazzarri era il cemento del gruppo; oggi è la riscoperta voglia di cogliere un risultato importante - il secondo posto per la Champions - senza diveggiare, senza sentirsi inutilmente belli, dando sostanza a una forma eccellente, finalmente. A chi ama le goleade raccomando di godersi questo UNO A ZERO che fa punti, fa cuore, fa astuzia e cattiveria. Che batte anche l’arbitro. Il risultato - come nel derby romano - perdona ogni errore. Riguardatevi anche quei festosi napoletani di San Siro: la felicità è un gol che si chiama vittoria. E cosí sia fino in fondo.