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Cari gay, ribellatevi o vi infinocchieranno

Opinionista: 

Ma quali diritti. Di quale «liberazione dalle discriminazioni sessuali» cianciate? Questa è una volgare questione di denari. Soldi e basta. Per un pugno di euro i burattinai del turbocapitalismo finanziario sono pronti a tutto. Compreso minare la famiglia e strumentalizzare chi crede che il matrimonio omosessuale (le chiamano «unioni civili tra persone dello stesso sesso», ma è a quella roba lì che pensano) sia cosa buona e giusta. Seguite cosa accade. La riforma della scuola spalanca le porte alla teoria gender, inserendo nell’offerta formativa l’“approccio di genere” volto alla decostruzione del significato di essere uomini e donne. Già oggi nei nostri istituti succede di tutto – dal “gioco” dello scambio d’abiti tra bimbi e bimbe alle testimonianze sul “cambio di sesso” nei licei - figuratevi che cosa accadrà d’ora in avanti. Perché Renzi sente il bisogno di genuflettersi a questo «sbaglio della mente umana» (parole del Papa)? Forse perché ha a cuore i diritti gay? Poveri illusi. Le ragioni sono meno nobili. A strappare questo velo d’ipocrisia è stato Paul Donovan, economista di Ubs, la potentissima Unione delle banche svizzere, spiegando che gli Stati che hanno aperto alle nozze gay «è probabile che ottengano un beneficio economico». Secondo Donovan «legalizzare i matrimoni tra persone dello stesso sesso potrebbe aumentare la forza lavoro di un Paese, poiché si incoraggia l’immigrazione di persone Lgbt». Capito? Così come i capitali vanno dove il costo del lavoro è minore, gay e lesbiche saranno incentivati a emigrare dove esisteranno per loro i maggiori diritti. È questa la teoria di Donovan. E appare tutt’altro che campata per aria, visto che i burattinai dell’economia finanziarizzata - che Ubs conosce bene - sono alla perenne ricerca di masse da spostare laddove il capitale speculativo trova più conveniente piazzarsi. La diffusione del gender fin dalle scuole serve a preparare l’humus culturale di quest’operazione. Parliamoci chiaro: ormai per l’economia turbofinanziaria la famiglia tradizionale è un ostacolo. Prendete l’Italia. La propensione al risparmio, l’avversione all’azzardo, la divisione delle spese, la prassi del riciclo e la rete di solidarietà che da sempre contraddistinguono il nostro modello familiare sono viste come un intralcio allo “sviluppo”. Il contrario di ciò di cui ha bisogno l’economia di carta. Molto meglio una meno impegnativa “unione”. Si sarebbe potuto discutere di questo ieri al Mediterranean Pride a Napoli, ma si è preferita la solita carnevalata. Spiace dirlo, ma i primi a doversi ribellare a questo tipo di approccio e denunciare la strumentalizzazione dei loro sentimenti dovrebbero essere i gay. Che però, prigionieri della potente lobby che li rappresenta (e li usa), preferiscono il silenzio. Peccato. Il coraggio, ecco. Quello sì che non ha sesso.